La guerra finirà, ci auguriamo, e avrà i loro occhi. Quelli dei bambini che sono nati in fretta, prematuri, perché non c’era tempo per aspettare i tempi naturali che accompagnano l’origine della vita. Quando si pensa alla guerra si vede sempre e solo il presente: le catastrofi belliche, umanitarie, ambientali, traumi personali e collettivi. Si pensa a quanto di irreparabile c’è nel presente, ma si preferisce non guardare al futuro perché è un pensiero insopportabile. E allora si continua a fare la contabilità dei danni. E fra i danni irreparabili dell’invasione russa in Ucraina, c’è la sanità devastata che non riesce a curare i bambini. La riduzione degli investimenti (e anche l’interruzione di circa 400 studi clinici per la ricerca sul cancro infantile e altre patologie) si somma alle difficili condizioni di lavoro in quelle strutture sanitarie dove invece è fondamentale garantire continuità alle cure. E ad essere più colpiti sono i pazienti oncologici pediatrici (4.500 in tutta l’Ucraina), i feriti gravi (1.284 tra bambini amputati, feriti o operati) e i nati prematuri, di cui si registra un aumento del 10%. Lo rivelano i rapporti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e i dati della Fondazione Soleterre, presente da oltre 20 anni in Ucraina e operativa oggi in 14 ospedali e reparti pediatrici ucraini.
Bisognerebbe forse poter tornare alla notte del 25 gennaio del 1985 che cambiò la storia del pop, raccontata nel documentario We are the world, per chiedere la fine della guerra. Allora Quincy Jones appese sulla porta degli studi un cartellone che diceva “Lasciate l’ego fuori dalla porta” e in una notte unica Lionel Richie e Michael Jackson (anche coautori della canzone) riuscirono a creare un dream team USA for Africa e a incidere il brano che permise di raccogliere 80 milioni di dollari e che ancora oggi continua ad essere visualizzato da milioni di persone. Grazie alla generosità di artisti che hanno fatto la storia della musica pop come Stevie Wonder, Tina Turner, Bob Dylan, Bruce Springsteen, Ray Charles, Diana Ross, Billy Joel, Cyndi Lauper e tantissimi altri. Una prova straordinaria di cosa sono capaci gli esseri umani quando decidono di unirsi per una buona causa.
Secondo il Fondo Monetario internazionale, in Ucraina la guerra ha un impatto drammatico sul sistema sanitario: diminuite le vaccinazioni dei bambini, con alto rischio di malattie infettive ed epidemie di poliomielite; numero di infarti e ictus aumentato in modo catastrofico.Il bilancio dello Stato ucraino prevede investimenti nella Difesa per 56 miliardi di dollari contro i 5 miliardi per la Sanità. Su 10 dollari, 9 vengono investiti nella guerra e solo 1 nella cura.
Per vedere la fine di questo strazio, ci vorrebbe tanta umanità e un nuovo dream team di artisti decisi a sganciare una bomba musicale per la pace. In attesa, ci consoliamo con una grande mappa della solidarietà creata dal fotografo Lorenzo Ceva Valla che ha messo insieme seimila fotografie scattate nelle strade e nelle piazze di Milano dove alcuni attivisti non hanno mai dimenticato, neanche per un giorno, l’invasione russa in Ucraina.
Si tratta di un omaggio all’eroica resistenza del popolo ucraino reso possibile dalla ostinata presenza civile e non violenta di tutte queste magnifiche persone che da 730 giorni non hanno mai mollato per essere presenti in piazza ogni giorno e ricordare a tutti e a ciascuno quello che avviene da ormai due anni in terra d’Ucraina
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Ripartiamo dalla sua mappa solidale dell’Ucraina per far brillare le voci dell’umanità e poter cantare di nuovo We are the world.