Ritorno al passato in un Paese affamato di futuro. Avrei voluto tornare sui banchi di scuola con una serie di buoni propositi sul nostro progetto che vuole gettare lo sguardo oltre l’ostacolo. E invece devo fare i conti con la realtà di questa “bellissima” campagna elettorale. A guardare il duello fra Giorgia Meloni e Matteo Salvini per conquistare voti nella platea più conservatrice e frustrata del Paese, sembra di essere entrati nella macchina del tempo. Tornati a un’era geologica fa del Governo giallo-verde, quando l’emergenza bisognava crearla per aumentare i consensi, sono costretta a confrontarmi con un déjà vu che mi disorienta. Il centrosinistra insegue il centrodestra con poche idee, ma antiquate. Nel centrodestra invece pare di vedere dei marziani. Come se non avessero capito che non c’è bisogno di creare un’emergenza sbarchi dopo tutte le emergenze che abbiamo vissuto dal marzo 2020 in poi. Al punto che ormai sentiamo persino l’urgenza di arrivare a fine della giornata, senza intoppi. E quindi non capisco questa fissa degli sbarchi quando i candidati sovranisti hanno a disposizione una gamma infinita di emergenze su cui puntare: scuola, lavoro, aziende, sistema sanitario, crisi energetica, crisi economica, politica estera, salute mentale, cambiamento climatico, fra le altre. E invece no, dagli allo straniero ma solo se irregolare. Che poi, a leggere il programma elettorale della coalizione di centrodestra, non c’è una sola parola sul blocco navale sventolato in modo masochista sia dal leader della Lega sia dall’aspirante premier, Giorgia Meloni, bensì solo generiche affermazioni sul contrasto alla tratta degli esseri umani. Con un obiettivo irrealizzabile già intentato senza esito dalla Danimarca per cercare di trasferire fuori dall’Europa degli hotspot dove valutare le richieste d’asilo e ridurre il numero dei “falsi profughi”. E lo sanno pure loro, gli esponenti del triangolo Dio-Patria-Famiglia, che questi argomenti sono superati in un Paese in cerca di un futuro e di speranza per la generazione EU. Come ha dimostrato una delle recenti mappe di Demos analizzate da Ilvo Diamanti secondo cui la maggioranza degli italiani è favorevole allo ius scholae
In nessun caso, infatti, emerge un orientamento apertamente contrario. A conferma che l’integrazione non è solo un valore ma una prospettiva largamente condivisa. Così, fra gli italiani, è cresciuta la consapevolezza di vivere un Paese sempre più vecchio e in continuo calo demografico
Ritorno al passato in un Paese affamato di futuro
E infatti nei giorni scorsi Matteo Salvini ha ricominciato con il suo mantra contro gli sbarchi che evoca più che altro la senilità di una politica incapace di essere costruttiva e di guardare negli occhi l’Italia in continua e sfuggente evoluzione.
STOP SBARCHI, PENSIAMO AGLI ITALIANI
Matteo #Salvini: “Non possiamo permetterci di mantenere migliaia di clandestini”. #25settembrevotoLega 🇮🇹https://t.co/jkc03Znyap pic.twitter.com/1CcWeWZpKF
— Lega – Salvini Premier (@LegaSalvini) August 2, 2022
E infatti pochi giorni fa Giorgia Meloni, candidata premier in pectore del centrodestra, su Facebook ha riproposto il blocco navale che non può essere realizzato perché i porti non si possono chiudere. E dagli allo straniero a meno che si tratti di un’eccellenza atletica come Yeman Crippa, medaglia d’oro nei 10mila metri, perché lo sport rientra nella retorica Dio-Patria-Famiglia. I refrain su formazione, cuneo fiscale, tasse ? Peggio mi sento. Sebbene non sia colpa dei candidati (tutti), in questa campagna elettorale ci troviamo ad affrontare i nodi mai risolti che ci trasmettono la sgradevole sensazione di essere trascinati con violenza verso il passato. Nel frattempo noi ci interroghiamo sull’approccio più innovativo da adottare per parlare dei cambiamenti profondi del Paese reale, avvenuti soprattutto sul piano della consapevolezza dei diritti grazie a una maggiore apertura maggiore verso ogni tipo di diversità. NRW non sente la necessità imposta dalla demagogia di raccontare le nuove generazioni in modo catastrofico come se fossero sdraiate ad aspettare il reddito di cittadinanza. La campagna elettorale è appena iniziata ma credo che questo ritorno al passato in un Paese affamato di futuro sia davvero nociva. E infatti, al netto dei tanti proiettati su progettualità future e futuribili, in questa folle estate il razzismo esplicito e sotteso è emerso di nuovo con forza. E questo “brillante” inizio di campagna elettorale è davvero disperante perché le trasformazioni sociali che abbiamo documentato, narrato negli ultimi tre anni e mezzo non appaiono da nessuna parte nei programmi elettorali. SOS. Il ritorno al passato in un Paese affamato di futuro, anche no. Abbiamo già dato, visto e superato.
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