C’è un regno tutto tuo
che abito la notte
e le donne che stanno lì con te
son tante, amica mia,
sono enigmi di dolore
che noi uomini non scioglieremo mai
Ho pensato di dedicare a voi che mi leggete e a tutte le donne i primi versi di questa bellissima poesia di Alda Merini, Il Regno delle donne, per augurarvi buon anno. Al netto di tutte le catastrofi che ci hanno accompagnato anche nella transizione fra la fine del 2022 e l’inizio del 2023. Con i missili sulle teste degli ucraini, le esecuzioni e gli omicidi in Iran, il terrorismo in Afghanistan. E mettiamoci pure la morte di un Re, Pelè, e di un Papa emerito, Benedetto XVI, per mescolare il sacro con il profano e ricordare alcune delle perdite che hanno segnato il 2022.
Guarda il sole quando scende
ed accende d’oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole
Il 2023 sarà però forse l’anno giusto per fondare il regno delle donne. E lo si capisce dal gesto potente ed eversivo dell’attrice iraniana Taraneh Alidoosti che – liberata dopo 19 giorni di carcere nella famigerata galera di Evin – ha stretto un mazzo di fiori con un sorriso radioso, lasciandosi cadere sulle spalle il velo. Celebre per il fllm premio Oscar Il Cliente, Taraneh Alidoosti è stata fra le tantissime donne che fin da subito hanno aderito alla pacifica ribellione #donnavitalibertà.
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E se passa il temporale
siete giunchi ed il vento vi piega
ancor più forti voi delle querce e poi
anche il male non può farvi del male
Attrici, avvocate, attiviste, atlete, donne sconosciute, adolescenti tristemente conosciute perché uccise dal regime. Tutte riprese per un istante che entrerà nella storia con un sorriso, una risata, un gesto di sfida in nome della libertà. Come Sara Khadim al-Sharia, 25 anni. La sua immagine senza hijab al Campionato mondiale degli scacchi ha fatto il giro del mondo. Con un sorriso enigmatico, forse sarcastico, che l’ha trasformata in un’icona del 2023. Una Gioconda del terzo millennio che, già nel 2020, aveva scelto di non indossare il velo, rimanendo temporaneamente esclusa dalle competizioni. Perché la battaglia contro la misoginia teocratica in Iran dura da molti anni, ma mai prima si era diffusa tanto, anche grazie ai social media.
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E potremmo andare avanti così, con un lungo elenco di sorrisi, beffardi, raggianti, leggiadri o di sfida di tante donne che hanno tolto il velo o semplicemente mostrato la luce della loro ribellione in tutto il mondo. Io ad esempio ho concluso l’anno in compagnia di Nasim Eshqi, incontrata pochi giorni prima della fine del 2022, e di cui vi ho già parlato perché è stata una pioniera del free climbing sulle montagne in Iran e perché ha aperto più di 1000 strade in alta quota in tanti Paesi e sulle Alpi italiane. La sua risata squillante con cui ha scandito il racconto della sua vita, ora che ha deciso di restare in Europa e in Italia, mi ha trasmesso allegria, energia, gioia.
Ma c’è anche un altro sorriso che sogno di notte. Non è una storia reale, ma una serie Netflix che mi ha appassionato. Si tratta del sorriso della sudcoreana Woo Young-woo, una giovane avvocata geniale e autistica che guarda al mondo con stupore. Il sorriso che ha stampato sul viso, meravigliato e sornione quando vince una causa o guarda volare le balene che le forniscono un’ispirazione, mi fa letteralmente impazzire.
Qual è il nesso fra l’epica battaglia delle donne iraniane e una favola sull’autismo inventata da abili sceneggiatori? Nessuno, apparentemente. Ma è con il sorriso delle donne, inverato o frutto della fantasia, beffardo, di gioia o di protesta, che voglio augurarvi buon anno. Nella speranza che una risata ci seppellirà e servirà a creare il regno delle donne in questo 2023 appena iniziato. Portando una brezza di ottimismo in un mondo distopico.
Guarda il sole quando scende
ed accende d’oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole
dopo il buio ancora il sole.
E se passa il temporale
siete prime a ritrovare la voce
sempre regine voi
luce e inferno e poi
anche il male non può farvi del maleIl regno delle donne (Alda Merini)
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