Siamo tutti con Elodie perché ha ragione lei: essere all’altezza è un punto di vista, non un problema. Siamo tutti con Elodie perché al Festival di Sanremo, il più triste di sempre, che ha chiuso le porte al pubblico in sala e anche alla nuova generazione di artisti con molte radici, è lei a vincere. Con il suo background migratorio di figlia di un artista di strada e di una modella e cubista creola, originaria della Guadalupa. Con le sue lacrime mentre parlava di se stessa e diceva «Cazzo, tutti ci meritiamo un momento importante», nel ringraziare il suo maestro, il pianista e jazzista Mauro Tre. Siamo tutti con Elodie che ha portato al Festival della canzone italiana il disagio della borgata romana del Quartaccio: «Un quartiere onesto, atroce, straordinario». Con la sua storia d’amore con il rapper Marracash di cui ha evocato una rima più adatta che mai: «Voi ci rubate il tempo che è l’unica cosa che abbiamo».

Siamo tutti con Elodie che ha creduto di non farcela e l’anno scorso ha portato la canzone Andromeda scritta da Mahmood, che ha dovuto schivare la mitragliata delle domande idiote, quando ha vinto nel 2019 con la canzone Soldi, e tutti gli chiedevano se si sentiva più italiano o più egiziano

Siamo tutti con Elodie perché lei è l’eroina della favola della contemporaneità, multietnica, e delle nuove generazioni che emergono. Siamo tutti con Elodie perché mercoledì notte ha fatto esplodere i social: tutti facevano il tifo per lei e la ringraziavano di avere salvato Sanremo e forse anche l’immagine riflessa di un Paese arroccato su se stesso, in attesa della nottata del Covid che non è ancora passata. Siamo tutti con Elodie perché ha ragione lei: essere all’altezza non è un problema, ma solo un punto di vista. E anche perché ha scelto la canzone giusta per questo fermo immagine della nostra storia, Mai così.

Siamo tutti con Elodie perché a un altro Festival, quello della MDW, Milano digital week, dedicato alla città equa e sostenibile, ci saremo anche noi con Vitality social  per l’evento Wireless Connections | Undigital Event che metterà al centro i temi della leadership e della diversity: una sfida a colpi di idee perché essere all’altezza è solo un punto di vista, una prospettiva sul futuro, non un problema. E lo faremo attraverso un incontro che prova a ribellarsi alla dittatura di Zoom. Restrizioni sanitarie permettendo, torneremo a a vederci in carne ed ossa per interagire sul doppio piano, reale e virtuale. Tre community leader racconteranno i loro progetti. Paolo Spiga guiderà un team su OBIO: una comunità che sostiene l’agricoltura biologica a km 0 in zone urbane, creando lavoro anche per i richiedenti asilo. Franca De Lucia si focalizzerà su Djeliso: un laboratorio musicale che si ispira alla tradizione dei cantastorie del Burkina Faso, mentre la sottoscritta racconterà il progetto di NRW. E di come sia possibile ribaltare gli stereotipi  e cambiare la narrazione sulle nuove generazioni italiane attraverso una piattaforma giornalistica e un team multiculturale. Un workshop coordinato da Matteo Matteini, ideatore di Vitality social. Presto vi racconteremo i dettagli del nostro Wireless Connections | Undigital Event  perciò non perdeteci di vista perché non c’è bisogno di essere all’altezza per parlare dei cambiamenti, basta continuare a coltivare un pensiero laterale. 

Breve rassegna di NRW. Sanremo 2021, il lockdown delle seconde generazioni. Mariarosa Porcelli ha spiegato la nostra delusione per le poche novità all’Ariston e per i tanti artisti di nuova generazione dimenticati da Amadeus&Co (grazie Eloide). Ma ci ha pensato NRW a stilare la sua cinquina vincente: la playlist del canale Spotify Nuove Radici World Radio, con cinque nomi che sul palco del festival avrebbero fatto la differenza. Siamo tornati sul tema della riforma della cittadinanza che non è nell’agenda del governo di Mario Draghi raccontando la protesta del movimento Italiani senza cittadinanza con Black Lives Matter Roma, per ricordare che in Italia nessuno è ancora vaccinato contro l’intolleranza: Italiani senza cittadinanza in piazza contro il virus delle discriminazioni. Mentre Elisa Mariani ha scritto sui Golden Globe a pezzi (altro che Black Lives Matter): un’inchiesta del Los Angeles Times ha rivelato che nella cabina di regia del premio non ci sono neri, suscitando la protesta di produttori e attori. Nella rubrica dei libri di NRW, Fabio Poletti ha suggerito la lettura de Il crogiolo americano di Robin Blackburn e Margherita De Gasperis ha scoperto che qualcuno si ispira ancora alla piattaforma Rosseau sempre più in difficoltà. Tunisia, dalle ceneri della protesta risorge il modello Rosseau: Rabi Brahim vive fra l’Italia e la Tunisia, dove sta cercando di creare il Movimento 13 marzo, nome provvisorio che indica il giorno del primo congresso e che si ispira a 5Stelle.

ps. Se Sanremo, con i cantanti svogliati davanti a una platea svuotata dal Covid, vi sembra davvero troppo, restate con noi che vi informiamo in forma gratuita e indipendente. E sosteneteci per aiutarci a continuare ad essere all’altezza di fornirvi diverse prospettive.