Siamo (ancora di più) sulla stessa barca. Nel caos della ripartenza, temo una recrudescenza dell’astio nei confronti dei nuovi cittadini con background migratorio e di tutti gli stranieri. Sebbene sovranisti e populisti di ogni sorta sembrino temporaneamente in ritirata sul tema della diversity e dell’immigrazione. Per questo motivo abbiamo scelto questa settimana per lanciare un video che è un appello alla coesione sociale fatto da chi, indipendentemente dalle proprie origini, abbia dato un contributo fondamentale per aiutare tutti, e sottolineo tutti, a superare il lockdown: medici, infermieri, volontari, magazzinieri, rider. Italiani e stranieri, per la prima volta, tutti, sulla stessa barca. L’indole umana tende a cercare di rimuovere i problemi e a trovare capri espiatori, invece di riflettere sulle esperienze traumatiche che dovrebbero, in teoria, suggerire percorsi innovativi. Presto le piazze deserte diventeranno solo immagini patinate per pubblicità turistiche o photo opportunity e non simbolo della pandemia globale.
Il video prodotto da NRW e realizzato da Sara Lemlem, con il brano (N) Tune di Francesco Moglia e Raffaele Kohler, è stato ideato per affrontare la ripartenza con un approccio adeguato alle sfide che ci aspettano: dobbiamo avere obiettivi, invece di cercare bersagli facili. Senza dimenticare cosa è successo.
Oggi è stato però anche il giorno dello sciopero dei braccianti e lavoratori agricoli, che lavorano senza tutele. Con un appello del sindacalista italoivoriano Aboubakar Soumahoro a non comprare frutta e verdura in segno di solidarietà e l’hashtag #fermiamoicarrelli. Una protesta collegata al provvedimento di regolarizzazione degli stranieri, limitato solo ad alcune categorie di lavoratori, che ha innescato polemiche, generato multipli appelli e anche iniziative costruttive. Come quella della lobby umanitaria Grei250, nata spontaneamente su una chat creata da Ugo Melchionda, corrispondente italiano dell’OCSE per l’International Migration Outlook, a cui hanno aderito ricercatori, imprenditori, esperti del diritto del lavoro e dell’immigrazione, associazioni umanitarie, avvocati, giuristi (fra cui il il vicepresidente di Asgi, Gianfranco Schiavone) con l’obiettivo di convincere i legislatori ad ampliare i settori produttivi e il numero di lavoratori invisibili, ricattati e ricattabili. Il Gruppo di riflessione su regolarizzazione e inclusione, nato durante la fase finale del lockdown, ha creato un vademecum che verrà tradotto in molte lingue per spiegare in modo chiaro chi può avviare l’iter di regolarizzazione e impedire truffe a danno di tanti immigrati che sperano di uscire dall’ombra.
Anche NRW ha avviato una riflessione su questo tema e dopo aver intervistato il ministro per le Politiche Agricole, Teresa Bellanova, Giulia Parini Bruno ha interpellato il sindacalista Aziz Sadid, responsabile nazionale della Fim Cisl immigrazione, che ci ha spiegato perché siamo tornati a un dibattito lunare, come nella fase pre-Covid.
Abbiamo vissuto un lungo tempo sospeso, in città deserte, in un mondo improvvisamente spopolato da esseri umani. Anche NRW non si è mai fermata e vi ha raccontato le storie di chi ci ha aiutato a superare il lockdown. Ora che il mondo è ripartito, con la sua carica di rabbia, paura, incertezza, non torniamo a dividerci e a cercare capri espiatori: siamo ancora, tutti, sulla stessa barca.