Ciao a tutti e a tutte, questa è l’editoriale di NRW e non è stata scritto dall’AI ma prima o poi lo farò e voglio vedere se mi beccate. Oggi vi voglio raccontare dei profughi in transito che non vogliono restare in Italia (manco loro, non so se mi spiego). 😎

Gli ultimi che sono passati da Milano ieri erano iraniani: tre amici in fuga, due dita rotte, una notte in città e poi via verso la Germania

Prima ancora era arrivato un giovane dal Marocco e siccome ha avuto una crisi epilettica ha deciso di restare e chiedere la protezione internazionale. Ancora non sa che dovrà affrontare un’odissea burocratica e probabilmente non ce la farà mai. Nell’attesa, vive nell’appartamento di Rete Milano che offre assistenza ai profughi di cui nessuno parla perché svaniscono dopo qualche giorno sapendo che l’accoglienza ormai è quasi una chimera. Non ci sono posti nei centri, devono aspettare sei mesi solo per avere un appuntamento in questura e quindi spesso restano per strada. In tutta Italia, ma ancora di più nelle aree urbane più attrattive come Milano, dove ne passano decine al giorno senza fermarsi. L’inchiesta di Goffredo Buccini uscita sul Corriere è esaustiva.

Nel 2022, secondo il Consiglio italiano per i rifugiati, su oltre 77.195 richieste, le domande esaminate in Italia sono state 52.625: il 53% ha ricevuto un diniego (27.385), il 12% il riconoscimento dello status di rifugiato (6.161), il 13% la protezione sussidiaria (6.770), il 21% la protezione speciale (10.865) usata un po’ da tappabuchi. Così il diritto d’asilo sta producendo ricorsi dei migranti e ordinanze dei tribunali, che sovente sanzionano “iniziative repressive” e “prassi illogiche”. Da Milano ad Ancona, da Roma a Bologna, i giudici colmano un vuoto forse politico prima ancora che organizzativo

I profughi che transitano -perché sanno che ricominciare una nuova vita in Italia è una lotteria e dopo aver superato il game spietato della rotta balcanica (qui potete ascoltare il nostro podcast, se volete approfondire) sono stremati e non hanno più voglia di azzardi – rappresentano un flusso ombra di cui si parla poco.

Un dibattito sui profughi in transito

Perciò abbiamo deciso di organizzare un dibattito mercoledì prossimo 7 giugno con Fausta Omodeo, presidente di Rete Milano, e l’assessore comunale al Welfare Lamberto Bertolè, grazie all’organizzazione impeccabile del nostro amico e partner Roberto Cociancich che ha fondato lo spazio aperto alle idee e alla comprensione dei cambiamenti il mulino di The Mill- le passioni generano idee. Basta dirgli “e se parlassimo di… “ e lui, senza aspettare che finisca la frase, ha già colto la cosa buona e giusta da fare, si mette in moto con una passione sorprendente anche per una milanese imbruttita.

Fausta Omodeo ci racconterà delle migliaia di persone che ha incontrato, aiutato, assistito prima che sparissero in cerca di una meta più certa. L’assessore Lamberto Bertolè affronterà il tema dell’accoglienza: nodo cruciale e complesso da sciogliere in una città dove tutti vogliono venire e da dove tanti vorrebbero scappare. Parleremo della frontiera nascosta dentro la città  per decine di persone che ogni giorno passano per raggiungere famiglie e comunità che li attendono, sebbene la Convezione di Dublino imporrebbe all’Italia di identificarli, dar loro asilo e semmai rimpatriarli. Di fatto sono ombre che passano a fianco a noi, bisognosi di tutto e timorosi di tutti. Alcune associazioni e il Comune di Milano si fanno carico del loro dramma fra norme stringenti, l’insofferenza di parte dell’opinione pubblica e delle destre che su questo tema hanno costruito il proprio consenso.

Perciò Nuove Radici e The Mill – le passioni generano idee (qui trovate tutte le informazioni) dialogheranno con i nostri ospiti e con chi vorrà partecipare all’incontro sul flusso dei profughi. Che sono soprattutto afghani e iraniani e avrebbero diritto ad arrivare con i corridoi umanitari perché in fuga dai talebani e dalla ferocia del regime iraniano (che nel mese di maggio ha impiccato oltre 200 persone) e transitano per Milano senza che nessuno possa fermare la loro determinazione a raggiungere Paesi più strutturati per offrire un’ integrazione reale.

Parleremo anche di Ismail Zabiullah, 22 anni, che vorrebbe studiare all’Albion College in Michigan. Passato da Milano in una gelida notte nello scorso gennaio e accolto da Rete Milano, ora si trova in un centro di accoglienza a Wismar, nella città tedesca che si affaccia sul Mar Baltico. Ismail ha ottenuto una borsa di studio che copre il 70% dei costi ma ha bisogno di 10mila euro per iscriversi in autunno all’Albion College. Ismail Zabiullah ha lavorato per l’Unicef in Afghanistan, prima di essere costretto a scappare. Potete vedere chi è, cosa ha fatto e partecipare alla raccolta fondi per un profugo che smonta tutta la narrazione populista sulle migrazioni.

Vi aspettiamo mercoledì 7 giugno in via Cappuccio 5 alle 18,30 per parlare di Ismail e di tutti i viandanti che transitano da Milano e dell’accoglienza. 💪

Ci sentiamo giovedì prossimo, daje  🤙🏽

E pensate a noi nella dichiarazione dei redditi: basta cercare la casella per gli enti no profit e inserire il codice fiscale, grazie! 👇🏽