#primaglitagliani. La diseguaglianza dei vaccini dimentica anche i migranti. Sebbene il generale Francesco Paolo Figliuolo continui a ripetere che bisogna vaccinare prima tutti gli anziani e i fragili, nelle 13 pagine del piano vaccinale nazionale non c’è un solo accenno ai migranti. Eppure diversi studi e rapporti hanno mostrato come la pandemia abbia reso ancora più difficili le loro condizioni di vita. «Richiedenti asilo e irregolari sono tra le fasce più esposte alla pandemia ma ancora una volta rischiano di rimanere nuovamente esclusi nel silenzio della politica», commenta Rocco Borgese, segretario della Flai Cgil di Gioia Tauro, il sindacato dei lavoratori dell’agroindustria nella provincia di Reggio Calabria. «Il diritto alla salute è un diritto universale erga omnes e non può essere riservato solo a chi ha la tessera sanitaria o un documento di riconoscimento. Se qualcuno pensa che la pandemia si superi con prima gli italiani e poi gli stranieri, allora dico che ci trascineremo chissà ancora per quanto il Covid-19».
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Su questo punto, la situazione è critica. Abbiamo chiesto al Governo la tessera prevenzione Covid per chi non ha tessera sanitaria, altrimenti gli sforzi per raggiungere l’immunità di gregge verranno vanificati. Lo si deve fare per il bene di tutti, commenta Foad Aodi, presidente di Amsi, l’associazione dei medici di origine straniera
Infatti, le maggiori difficoltà di accesso ai servizi sanitari e le barriere linguistiche ritardano le diagnosi e il ricovero, aggravando le conseguenze della malattia, come è stato documentato anche in Italia.
Nel frattempo, la battaglia degli attivisti che hanno avviato la campagna cambieRai contro il linguaggio razzista nelle reti televisive e chiesto una maggior apertura verso la diversity ha ottenuto un primo traguardo: Riccardo Laganà, consigliere di amministrazione della Rai, su Twitter ha invitato a una riflessione sui temi posti dalla mobilitazione.
Una riflessione personale sulle proteste avvenute la settimana scorsa da parte di numerosi gruppi ed associazioni sul tema specifico del linguaggio d’odio o razzista, gender-inclusive e poi, non ultimo, sullo specismo. #RAI pic.twitter.com/KTxbhRlxYz
— Riccardo Laganà (@lagana_riccardo) April 12, 2021
E anche Luca Tommassini, già direttore artistico di X Factor, ha ripostato su Instagram il video della protesta degli attivisti di origini straniere. Intanto è scoppiato il caso di Striscia la Notizia, dove per imitare i cinesi si stringono ancora gli occhi a mandorla e si mette la L al posto della R, ha scatenato un putiferio e l’accusa di razzismo da Diet Prada, obbligando Michelle Hunziker a chiedere scusa. Oltre a interrogarsi sul linguaggio in televisione quando di parla di stranieri, c’è da chiedersi quale sia il senso di una comicità da cinepanettone.
Tornando al vaccino, è urgente sapere quali siano le intenzioni del governo riguardo ai migranti irregolari o nei centri di accoglienza perché non si possono dimenticare anche quelli che sono socialmente fragili. Non possiamo permetterci un’ulteriore diseguaglianza dei vaccini che ci riporti allo slogan #primaglitagliani.
Breve rassegna di NRW
Commenti che non avremmo voluto scrivere. Non è ancora finito il processo sull’omicidio di George Floyd che a Minneapolis si rivive lo stesso incubo, scrive il nostro polemista Sindbad il Marinaio: Minneapolis, omicidio Wright. Kamala, ora che si fa? Serie che avremmo voluto meno banali. La serie Netflix Ginny & Georgia aveva tutte le carte in regola per diventare la nuova Una mamma per amica versione diversity. Invece ha scelto la strada comoda della banalità, come racconta Elisa Mariani: Ginny & Georgia: l’occasione mancata di Netflix. Il silenzio che non avremmo voluto ascoltare. Sulla rotta balcanica è calato di nuovo il sipario. Il racconto e l’analisi di Silvia Maraone, coordinatrice del progetto umanitario di Ipsia-Acli in Bosnia: La rotta balcanica dimenticata dopo l’assedio mediatico. Appunti di Silvia Maraone. I libri che dovreste leggere. Nella rubrica settimanale curata da Fabio Poletti trovate il long read tratto da Killing orders di Taner Akçam, che ricostruisce il genocidio armeno e il negazionismo turco. La playlist che dovreste ascoltare. Da Cesária Évora a Tupac: la selezione di cinque pezzi scelti per noi dallo chef e rapper apolide Luca Neves che canta lo ius soli, Mariarosa Porcelli ha creato una nuova playlist sul nostro canale Spotify, Nuove Radici World Radio. Fatevi un giro e fateci sapere se vi piace la musica che scelgono i musicisti che intervistiamo.
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