Piovono bombe. Ricostruire Irpin prima che arrivi il Generale Inverno. La guerra in Ucraina è arrivata al suo 232esimo giorno ma la rete umanitaria non si ferma e nella devastazione c’è chi pensa a ricostruire le case. O almeno a sistemarle prima che la popolazione, stremata, debba affrontare anche il freddo. Terre des Hommes e Irpin Reconstruction Summit ripareranno gli edifici che ospitano 1119 persone per dare loro un alloggio dignitoso in vista della stagione invernale. In collaborazione con il Comune di Irpin e con il sostegno del Ukranian Humanitarian Fund, Terres des Hommes sistemerà case danneggiate dagli attacchi russi nel marzo 2022 per permettere agli abitanti di edifici molto affollati – dove i residenti sono tornati a vivere nella speranza di avere una pseudonormalità – di affrontare il freddo.
Foto:© Enzo Dell’Acqua
A settembre il 75% della popolazione è tornato a Irpin. Per prepararci al gelido inverno che ci aspetta, abbiamo un bisogno urgente di riparare gli edifici residenziali, ha dichiarato il sindaco di Irpin Oleksandr Markushyn
Dopo una testarda e affannata ricerca iniziata nell’aprile scorso per creare un network europeo di urbanisti, architetti, associazioni umanitarie, l’attivista Iryna Yarmolenko ha fondato l’Irpin Reconstruction Summit per far rinascere la sua città con un progetto ecosostenibile. Grazie alla partnership con Terre des Hommes Italia (e le diverse sinergie con il Consiglio Comunale di Irpin, la Confindustria Ucraina, il Green Building Council Italia e il presidente della Triennale Stefano Boeri) è stato avviato il progetto di “winternization” che prevede la riparazione di tetti, infissi, impianti di riscaldamento e del rivestimento esterno degli appartamenti. Irpin è stata riconosciuta come una città martire, distrutta per il 70% . Dopo la ritirata dell’esercito russo dai sobborghi della capitale nell’aprile 2022, volontari e attivisti hanno unito le forze. Il piano di ricostruzione è stato presentato sabato scorso con la collaborazione del Center for Social Communications (UKR) Terre des Hommes Italia, Vitaukr, Bon’t worry INGO, Ucraina Più, Hubzine Italia. L’evento è stato accompagnato da una mostra di fotografie realizzata da Enzo Dell’Acqua. Si tratta di un progetto che ci tengo a pubblicizzare perché non siano solo le armi a parlare di un conflitto a cui tutti sembrano essersi assuefatti.
Mi ha colpito la conversazione con un’amica che lavora in un team dove, anche in questi mesi, ucraini e russi hanno collaborato in uno spazio che sentivano sicuro. Durante le riunioni di lavoro, le manager russe avevano più volte manifestato il loro disagio e dissenso contro Putin. Dopo la reazione russa all’esplosione sul Ponte che collega la Crimea al territorio di Krasnodar con una raffica di 83 missili e 17 droni kamikaze lanciati su due terzi delle regioni del Paese, con almeno 14 morti e 97 feriti, infrastrutture strategiche distrutte, blackout, incendi ed esplosioni, il terrore è tornato nel cuore della capitale. E anche nel team sono nate alcune frizioni perché il manager ucraino che abita a Kiev ha perso il controllo, dicendo che tutti i russi sono criminali di guerra. E’ stata una reazione impulsiva dovuta alla rabbia per essere stato costretto con la famiglia a tornare negli scantinati, a rivivere l’incubo all’inizio dell’invasione. Ecco perché invece di continuare a parlare di guerra, bisogna fare conoscere tutti i progetti nati per ricostruire che guardano alla pace a cui aspiriamo tutti. Ecco perché anche se piovono bombe, è importante ricostruire Irpin (e il resto del Paese) prima che arrivi il Generale Inverno.
Diversity leadership nelle aziende
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