Buongiorno a tutti e a tutte. Stasera sarò al FRAleMURA Festival sulle migrazioni (anche quelle di ritorno dall’Europa). Se siete nei paraggi di Framura venite, ne vale la pena, altrimenti seguite i social di NRW. 

Prima, però, vorrei fare alcune osservazioni sull’emergenza climatica(emergenza climatica, non climate change o maltempo) che ha colpito il Nord del nostro Paese e ha fatto vivere ai milanesi, inermi davanti al nubifragio, una notte di puro terrore (per non parlare dei roghi nel Mediterraneo). Voglio approfittarne per ricordarvi le emergenze climatiche subite da milioni di persone che diventano sfollati all’interno delle loro aree geografiche o che migrano a causa di fenomeni meteorologici estremi come inondazioni, tempeste e siccità. Nella giornata mondiale della terra, il 22 aprile scorso, l’UNHCR ha mandato un messaggio universale univoco e inequivocabile.

La crisi climatica è un’emergenza umanitaria. Il suo impatto è devastante in tutto il pianeta ma a pagare il prezzo maggiore sono soprattutto le persone vulnerabili, tra i quali i rifugiati e gli sfollati, che vivono in zone di conflitto e in Paesi fragili. Da un lato, a causa di fenomeni meteorologici estremi come inondazioni, tempeste e siccità, negli ultimi 10 anni abbiamo registrato una media di 21,5 milioni di nuovi sfollati all’anno, fra i quali 23,7 milioni soltanto nel 2021. Dall’altro lato, il cambiamento climatico è un moltiplicatore di altri fattori di rischio, fra cui in primis l’insicurezza alimentare

Con la campagna “La crisi climatica è un’emergenza umanitaria”, l’UNCHR in aprile ha lanciato di nuovo un allarme che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti devastanti per decine di milioni di persone a rischio.

Il cibo diventa sempre più inaccessibile, per via della scarsità di acqua e dei terreni produttivi e del conseguente impatto sui raccolti e sulla produzione alimentare. I prezzi dei beni alimentari tendono ad aumentare, rendendo estremamente difficile l’accesso al cibo per molte comunità impoverite o sfollate. A livello globale, nel 2021 circa 193 milioni di persone si trovavano in condizioni di grave insicurezza alimentare e necessitavano di assistenza urgente – un numero mai registrato prima – in 53 Paesi, con un aumento di quasi 40 milioni di persone rispetto al picco precedente raggiunto nel 2020. Per fare solo un paio di esempi, il Corno d’Africa sta vivendo la peggiore siccità da quattro decenni a questa parte: 23 milioni di persone in Etiopia, Kenya e Somalia si trovano in condizioni di grave insicurezza alimentare. In Afghanistan, altro Paese colpito da una grave siccità, sono 19 milioni. Sempre secondo l’UNCHR, oltre il 70% dei rifugiati e degli sfollati del mondo proviene dai Paesi più vulnerabili del clima, tra cui Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Siria e Yemen. La maggior parte degli sfollati a causa degli impatti climatici rimane all’interno del proprio Paese.

Non voglio appesantire la vostra giornata ma fra nubifragi, alluvioni e uragani, dobbiamo capire cosa succede in tutto il mondo.

 

Quando vedo le immagini scioccanti di migranti morti nel deserto, non penso perché abbiano lasciato il loro Paese ma provo una profonda angoscia al pensiero della loro agonia. Sono morti disidratati, perciò di sete??

Il dibattito sull’accoglienza dei profughi climatici dovrebbe essere al centro delle priorità delle politiche migratorie ma nella Fortezza Europa si parla solo di come respingerli e fare accordi con Paesi sicuri dove fermarli.

Davanti questo angoscioso tema, voglio segnalarvi l’evento FRAleMURAFestival che si terrà dal 27 al 29 luglio, ideato e diretto da Livia Grossi, giornalista del Corriere della Sera. Un festival di teatro, musica, giornalismo, arte che si svolgerà a Framura (La Spezia) per provare ancora una volta a cambiare narrazione sulle migrazioni.

Tre giorni (ingresso libero) di teatro, musica, giornalismo, satira, arte, visite guidate, incontri e presentazione di libri tra orti, cortili e carruggi a picco sul mare. Il tema di quest’anno è un invito a riflettere sullo spirito dei tempi tra rotte che s’incrociano, porti che si chiudono e diritti frantumati. Sarà un focus per scoprire nuove “case” e significati, altri orizzonti. Spiega Livia Grossi «Dopo 3tre anni di stop per la pandemia, il Festival vuole essere un importante segno di ripresa e di incontro. Gli artisti non si ‘esibiscono’ ma s’incontrano con il pubblico. Nessun palco, solo qualche luce necessaria per la realizzazione e un’amplificazione che sfrutta al meglio la cassa acustica naturale del luogo». Due musicisti del trio di Raffaele Kohler che ha accompagnato anche la serata di NRW per festeggiare il suo primo anno di vita, sarà la colonna sonora di FRAleMURA Festival. Si inizia con Le favole ribaltate di Dario Vergassola, mentre domani 28 luglio Livia Grossi presenterà il suo reportage teatrale Italia-Senegal. Emigrazione al contrario per raccontare rotte che si invertono.

Ossia le storie poco conosciute di italiani che si trasferiscono nel Paese africano e di cittadini italo-senegalesi che hanno deciso di tornare nella loro prima casa. Tra le testimonianze in video: senegalesi che dopo anni di lavoro in Italia hanno lasciato il nostro Paese perché “il gioco non vale più la candela”, i pensieri degli italiani residenti in Africa in fuga da precariato e dalle pensioni minime

Sabato 29, dopo la Musica migrante del trio di Raffaele Kohler, si potrà assistere al monologo di Mohamed Ba, attore senegalese, mediatore culturale, regista e musicista. Un racconto comico-drammatico sulla vita degli “italiani a metà” che si intitola Sono incazzato bianco. E successivamente Lucia Vasini, attrice anche della storica Compagnia Dario Fo-Rame, cheandrà in scena con le letture dei migranti. A proposito di diversità, nell’ultima serata di FRAleMURA Festival parlerà anche Giulio Mignani, il prete sospeso nel borgo vicino a Framura, a Bonassola, per le sue posizioni “eretiche” sui diritti delle famiglie arcobaleno e non solo. «Mi sono espresso in più occasioni non solo a favore del riconoscimento della liceità dell’amore tra persone dello stesso sesso, ma anche a favore della laicità dello Stato e dunque a favore di leggi che regolamentino anche l’eutanasia e l’aborto», ha precisato in un’intervista a La Stampa. Fra musica e arte, parlerà all’incontro coi partecipanti in piazza La chiesa, una Casa dove i diritti non sono per tutti uguali.

Vi segnalo questo evento FRAleMURA Festival (qui trovate tutto il programma) perché abbiamo bisogno di tanti racconti plurali sulle migrazioni e sulla diversità con il coinvolgimento di chi ascolta, fuori dagli stereotipi, per interpretare con consapevolezza cosa accade nel mondo interconnesso. E infatti non c’era bisogno del finimondo a Milano con 400 alberi spezzati perché tante persone, ma sempre troppo poche, cominciassero a riflettere seriamente sull’emergenza climatica che anche l’occidente vive sulla propria pelle. Un’emergenza non ancora così catastrofica come quella in corso nei Paesi da cui fuggono o vengono sfollati i profughi climatici.

Giovedì prossimo, consigli di letture estive per le vacanze, daje 💪🏾