Dopo il via libera dalla Corte di Cassazione che ha convalidato le firme raccolte per il referendum sulla cittadinanza, si attende entro il 10 febbraio del 2025 il responso della Corte Costituzionale sull’ammissibilità del quesito che prevede di dimezzare i tempi di attesa da 10 a 5 anni. Anche perché non si possono vedere gli oriundi che continuano a ereditare il diritto al passaporto italiano, mentre chi nasce e cresce nel nostro Paese resta in lista di attesa. Primo pacco di Giorgia sotto l’albero: nel 2023 sono state accolte 190mila richieste per diritto di sangue che hanno superato quelle ottenute per residenza (77mila), matrimonio (22mila) o nascita da naturalizzati (59mila).
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La deputata Ouidad Bakkali ha presentato un’interrogazione parlamentare, well done.
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Secondo pacco di Giorgia sotto l’albero. La paura fa 90. Non solo a tombola. Sono infatti 90, i giorni a disposizione dall’ingresso in Italia per fare domanda d’asilo dopo i quali la procedura sarà considerata accelerata. È quanto stabilisce la legge 187 in vigore dall’11 dicembre che ha aggiunto questo emendamento nella conversione del decreto 145 dell’11 ottobre 2024. Inoltre, chi rientra in questa procedura non sarà ammesso alle misure di accoglienza previste per i richiedenti asilo.
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Secondo il Centro Naga Har per richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tortura, ci vogliono in media 80,46 giorni soltanto per riuscire ad accedere a uno degli enti del terzo settore e sindacati autorizzati a fissare gli appuntamenti per il primo accesso alla Questura, che vengono dati in media dopo altri 55 giorni: “A Milano è materialmente impossibile fare domanda di asilo entro 90 giorni”, ha dichiarato Riccardo Tromba, presidente del Naga che ha denunciato l’ennesima violazione dei diritti dei richiedenti asilo e i migranti.
La Legge 187/2024 ha incorporato anche l’elenco dei Paesi cosiddetti sicuri: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia. Chissà se arriverà un altro pacco di Giorgia sulla Siria paese sicuro, prima delle feste.
Nel frattempo, ecco il terzo pacco di Giorgia, come chiarisce Gianfranco Schiavone su Altreconomia “Con uno stringato comunicato stampa diramato il 9 dicembre 2024 il governo Meloni ha annunciato di sospendere i procedimenti relativi alle domande di asilo dalla Siria”.
La vaghezza del testo può essere letta come una sospensione dello stesso diritto di presentare una domanda di asilo da parte dei cittadini siriani; una tale scelta non sarebbe però in alcun modo possibile in quanto quello di asilo è un diritto fondamentale tutelato dalla Costituzione e dalle normative internazionali e dell’Unione europea che non prevede deroghe
E siccome l’elenco dei pacchi nel favoloso mondo di Ameloni è lungo – il più liberticida è stato il ddl sulla sicurezza – concludo con quello dei dinieghi di visti agli studenti con borse di studio. L’11 dicembre scorso è stato presentato a Montecitorio l’odg delle deputate Laura Boldrini e Lia Quartapelle che chiedeva più tutele per richiedenti di un visto per studio, ma il Governo lo ha bocciato. Il rapporto Yalla Study 2024 evidenzia gravi difficoltà per gli studenti provenienti da Paesi in guerra ai quali vengono negati i permessi per rischio migratorio: quasi mille le richieste di sostegno ricevute nell’ultimo anno da studenti e studentesse di diversa nazionalità, la maggior parte dei quali di origine siriana. Giovani a cui l’ambasciata italiana di Beirut ha negato il visto per venire a studiare in Italia, con la “consueta”, ma allo stesso tempo spesso infondata, motivazione del rischio migratorio (un pensiero davvero ossessivo, neh).
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Insomma siamo di fronte a una guerra spesso sconclusionata ma senza quartiere contro ogni tipo di libertà civile, e in particolare contro i migranti siano richiedenti asilo, lavoratori stranieri o anche studenti con borse di studio. Sebbene ci consolino le drastiche osservazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha richiamato il diritto costituzionale all’asilo, ha espresso contrarietà alla strumentalizzazione dei drammi migratori con un monito contro le sirene del settarismo nazionalistico. Grazie presidente, ma noi viviamo nel favoloso mondo di Ameloni.