Ciao a tutti e a tutte, questo è l’editoriale di NuoveRadiciWorld e non è stato generato dalla AI, quindi ciò che leggerete è il risultato di gioie e fatiche umane. Ieri sera abbiamo organizzato un confronto con The Mill per permettere alle istituzioni milanesi e ai volontari di Rete Milano di parlare del nodo dell’accoglienza in una città impazzita, dove troppe persone vogliono vivere, avere un’opportunità o passare per andare altrove. Pur sapendo che è ormai è sempre più difficile avere accesso in una città pressata dalla crisi abitativa e dalle emergenze, fra cui quella migratoria dei minori stranieri non accompagnati. Un nodo complesso che ieri abbiamo cercato di districare insieme all’assessore comunale al Welfare Lamberto Bertolè, che ci ha parlato della “bomba sociale” dell’accoglienza che fatica a offrire spazi e comunità adeguate. E insieme alla presidente di Rete Milano, Fausta Omodeo, che invece ha raccontato le mille e una storia dei profughi che arrivano ogni sera dalla rotta balcanica per chiedere aiuto e rischiano di finire in un cono d’ombra. Davanti a una platea ammutolita e commossa, abbiamo visto le immagini e ascoltato i drammi di chi arriva, si perde, scompare.
Qui sotto potete vedere tutta la diretta
Roberto Cociancich, avvocato e già senatore del Pd, ha aperto le porte del suo mulino ancora una volta per un dibattito davvero civile nella sua migliore accezione. Proibite dunque semplificazioni, slogan, demagogia.
L’assessore Bertolè ha descritto con onestà intellettuale un panorama nitido e molto problematico, confidandoci la sua preoccupazione: « Noi abbiamo in carico 1330 minori non accompagnati, di cui 300 fuori dalla Lombardia, collocati in qualche struttura di accoglienza. Ai minori si aggiungono gli stranieri che sbarcano in Sicilia, i senza dimora, i profughi che transitano da Milano. La nostra città non ce la fa più, non perché manchi volontà di accogliere con politiche considerate impopolari, ma perché non c’è la possibilità di rispondere a tutti i bisogni. Facciamo una grande fatica a convincere i comuni della Città Metropolitana a farsi carico dell’accoglienza».
Fausta Omodeo invece ha raccontato
Talvolta abbiamo profughi che restano per strada. Solo nel mese di maggio ne abbiamo inviati 161 alla struttura del Comune di via San Marco per transitanti. Ospitiamo 40 persone nel nostro appartamento. Milano è una città pericolosa, i ragazzi rischiano di essere aggrediti e sparire. Cosa succederà in questa estate quando arriveranno più profughi che si muovono lungo la rotta balcanica perché il bel tempo favorisce il loro movimento?
Il modello Milano di accoglienza rischia di esplodere
Alcuni quartieri stanno scoppiando. I transitanti spesso rischiano di restare per strada. La delinquenza fra i minori, fragili o difficili da gestire, è aumentata. Non si riesce a creare un hub della prefettura per tutti i minori stranieri non accompagnati che arrivano, mancano comunità educative e operatori motivati. Il Comune di Milano vorrebbe poter affidarli alle famiglie della loro comunità per favorire la loro integrazione. Non basta accoglierli: bisogna chiedersi che persone saranno fra dieci anni. La mancanza di spazi e comunità dedicate ai minori sta creando una bomba che può esplodere. Il dibattito sui minori è delicato perché loro non si fidano della polizia essendo stati picchiati, maltrattati e respinti dalle forze dell’ordine ai confini di tutti i Paesi che hanno attraversato ma dobbiamo difenderli dal racket e dalle aggressioni.
Fausta Omodeo ci ha raccontato le storie di chi ha attraversato a piedi i fiumi gelidi, o sulle spalle di un amico o persino in bicicletta. Ci ha fatto vedere i video di chi è arrivato, aggrappato al vano del camion. Ci ha fatto ascoltare l’audio della richiesta di aiuto di una bambina afghana di 9 anni che ha guidato il viaggio di sua madre verso l’Europa
L’incontro sui profughi che transitano da Milano ci ha mostrato la complessità a cui non sappiamo come rispondere e la necessità di continuare a cercare nuove strade per proteggere la coesione di una città socialmente frantumata e in grande difficoltà.
Ci sentiamo giovedì prossimo, daje.
E pensate a noi nella dichiarazione dei redditi: basta cercare la casella per gli enti no profit e inserire il codice fiscale, grazie! 👇🏽