Emergenza al confine orientale (e non solo). Create i corridoi umanitari. Whatever it takes, costi quel che costi, come ha detto SuperMario in difesa dell’eurozona. Mentre attendiamo di vedere se Mario Draghi riuscirà a creare un governo di alto profilo istituzionale come richiesto dall’appello drammatico, se non aspro, del presidente della Repubblica che ha certificato un altrettanto drammatico fallimento della classe politica, noi assistiamo a vecchie e nuove emergenze che si accavallano. Ora che tutti, o quasi, hanno scoperto l’odissea della rotta balcanica che non risparmia nemmeno i minorenni, di cui 500 non accompagnati, bisogna ragionare sul ruolo da guardiano delle frontiere europee della brutale polizia croata. L’Europa ha delegato alla Croazia il compito di allontanare le frontiere per impedire l’arrivo di migranti dalla rotta balcanica. Così come, per cercare di fermare la rotta del Mediterraneo centrale, ha affidato lo stesso compito alla Libia. Risultato: il dramma di poche migliaia di migranti che arrivano sul confine orientale è finalmente finito sotto i riflettori dei media e il campo di Lipa è diventato meta di una recente e travagliata visita di europarlamentari per cercare di attirare l’attenzione sulla tragedia di chi resta in balia del gelo, dell’ostilità bosniaca e delle violenze della polizia croata. Con la complicità del nostro Paese che impedisce a moltissimi di quelli che riescono a raggiungere Trieste di presentare la richiesta d’asilo e li respinge verso la Slovenia, in modo illegale.

Per aiutarli, non resta che tentare la via dell’evacuazione, attraverso i corridoi umanitari. Whatever it takes. Costi quel che costi

Nel frattempo, diverse organizzazioni umanitarie hanno fatto un appello al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese (che potrebbe essere riconfermato se il premier incaricato riuscirà a formare il Governo) per chiedere di sbloccare il progetto sulle evacuazioni in Libia attraverso diversi voli settimanali e liberare i migranti segregati nei centri di detenzione.

E non va dimenticato l’esposto che Asgi, l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, ha presentato alla Procura presso la Corte dei Conti di Roma “Profili critici delle attività delle ONG italiane nei centri di detenzione in Libia con fondi A.I.C.S.”, nel quale si denuncia come in alcuni centri le ONG italiane sembrino svolgere interventi a beneficio non tanto dei detenuti quanto delle strutture detentive. Sebbene i centri libici siano universalmente ormai riconosciuti come luoghi di tortura. A riprova che l’accordo Italia-Libia serve solo ad esternalizzare le frontiere, termine brutto per indicare di fatto i respingimenti.

Infine ci sono oltre 140mila richieste di asilo presentate dai migranti che attendono una risposta da parte delle autorità italiane. La maggioranza (quasi 95mila) aspetta il responso delle sezioni immigrazione dei tribunali. Forse ci vorrebbero dei corridoi umanitari anche per aiutare chi resta nel limbo della burocrazia?

Perciò ci auguriamo che il famoso motto del premier incaricato Mario Draghi, whatever it takes, costi quel che costi, utilizzato nel 2012 nel tentativo riuscito di salvare l’eurozona, non riguardi solo la messa in sicurezza del Recovery Plan per rilanciare la ripresa dell’economia italiana ma anche la soluzione del nodo cruciale delle emergenze che riguardano i migranti.

Breve rassegna settimanale di NRW. Continua il nostro festival delle idee dedicato agli scenari del 2021. Covid, conflitti e next generation. Quali sfide per l’Africa nel 2021? Il punto di Mario Giro, già viceministro degli Esteri e coordinatore di Demos: Tutto quello che dovete sapere sugli scenari del continente africano per il 2021. Questa settimana la redazione ha ceduto alla polemica sul leader di Italia Viva, Matteo Renzi, perché il suo viaggio in Arabia Saudita ci ha provocato un tremore ai polsi. Il nostro polemista Sindbad il Marinaio ha fatto un caustico commento: Le relazioni pericolose di Matteo Renzi alla corte oscurantista dell’Arabia Saudita. Didattica a distanza. Margherita De Gasperis ha intervistato Urmila Chakraborty. La docente di origini indiane ha raccontato a NRW come il settore ha dovuto reinventarsi causa Covid, e quali cambiamenti porterà il 2021: La pioniera del digital learning Urmila Chakraborty e il ritorno al contatto umano. Rotta Balcanica. Cosa succederà nel 2021? La Commissione Europea cercherà una soluzione o calerà di nuovo il silenzio? Ne ha scritto Cristina Kiran Piotti  nell’approfondimento Rotta Balcanica: tra un mese vi sarete già scordati dell’umanità dolente di Lipa? Ecco perché auspichiamo i corridoi umanitari. Whatever it takes. Costi quel che costi.

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