«Rossiya bez Putina!». Russia senza Putin. Era questo l’urlo che si sentiva in piazza Bolotnaya nel dicembre del 2011 quando c’erano ventimila persone a protestare contro i brogli elettorali di Putin. E ora che Aleksei Navalny è stato ucciso e in qualche modo si è chiuso un cerchio contro i dissidenti, almeno sul piano simbolico, chi sta organizzando presidi di fiori e di lacrime lancia un appello provocatorio quanto drammatico al contrario: «Putin senza Russia», invitando il proprio popolo a lasciare il Paese. Come fa Maria Mikaelyan, una delle attiviste della Comunità dei russi liberi in Italia, che nelle ore successive alla notizia dell’assassinio di Navalny ha organizzato manifestazioni in diverse città del Nord d’Italia «Non bisogna più essere complici di quel regime fascista. Chi può se ne deve andare», dice col cuore pieno di rabbia e tristezza. C’era anche lei in piazza a Mosca per sostenere Navalny, diventato eroe per tutti gli oppositori e dissidenti quando, dopo essere stato avvelenato, ha deciso di tornare in Russia dove sapeva che lo avrebbero arrestato. Lei è mezza armena e mezza ebrea, la sua famiglia è stata massacrata dai turchi, dai pogrom russi e dalle purghe sovietiche e oggi è una delle principali attiviste di una comunità che in Italia sfida il satrapo russo. Pur sapendo che la vendetta del folle nazista che usa la propaganda antinazista per massacrare il popolo ucraino e qualunque oppositore arriva ovunque.
Secondo le stime delle organizzazioni umanitarie, sono almeno 400 le persone arrestate durante le commemorazioni per l’omicidio di Aleksei Navalny a San Pietroburgo, Mosca, Nizhny Novgorod, Taganrog, Bryansk e Belgorod. E circola anche questo video diventato virale che arriva dritto al cuore: un’anziana signora russa che a Mosca inveisce contro il regime e la sua indicibile guerra contro l’Ucraina arrivata al suo secondo anniversario.
Cosa possono fare a una donna anziana? Uccidermi? Non ho paura. Putin è illegittimo, nessuno lo ha votato. Ha ammazzato i bambini ucraini e mandato a morire 300mila soldati russi. Il traditore Putin ha reso schiavo il suo popolo. Perché stiamo ad ascoltarli ? Siamo 140 milioni persone e possiamo ribellarci
A fondare la Comunità dei russi liberi in Italia che raggruppa un centinaio di dissidenti sono state soprattutto donne che si sono unite dopo l’arresto nel gennaio del 2021 di Aleksei Navalny.
I nostri obiettivi principali sono quelli di contribuire alla vittoria degli ucraini e lottare per avere un giorno una Russia libera e democratica. Noi dobbiamo e vogliamo aiutare solo chi è contro l’invasione della Federazione Russa in Ucraina. E chi è contrario deve lasciare la Russia, insiste Maria Mikaelyan. L’Ucraina ha scelto di essere un Paese libero, mentre il nostro vive sotto un regime totalitario. Ci vorranno anni, forse decenni, ma dobbiamo lottare per la libertà in Russia. Perciò vi prego, non credete alle bugie: Putin ha avvelenato il popolo russo
L’opposizione che si è organizzata all’estero è formata dalle centinaia di migliaia di russi che sono scappati dal Paese negli ultimi anni (alcune stime parlano di più di un milione di persone). In questi anni si sono trasferiti fuori dalla Russia giornali indipendenti, associazioni, ong. Alcune di queste associazioni sono estremamente interessanti, come per esempio la FAS, acronimo russo di Resistenza femminista contro la guerra, un movimento in parte situato all’estero e in parte in clandestinità in Russia che cerca di combattere la violenza del regime di Putin sia fuori sia dentro il Paese. Ora che è stato ammazzato il simbolo della resistenza ci si chiede chi sarà il prossimo ad essere avvelenato.
Ieri sera c’è stata una fiaccolata per Aleksei Navalny davanti a Palazzo Marino. Cellulari come torce, parole durissime, toni straziati.
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Perciò a poche settimane dalle elezioni presidenziali del 15 marzo (e a due anni dall’invasione dell’Ucraina), ai dissidenti scorati non resta che la seguente provocazione: «Chi può se ne vada, chi non può si rifiuti di votare. Putin deve finire nell’abisso della storia». Che sia stramaledetto Vladimir Putin, aggiungo io.