Con gli occhi puntati alla crisi di governo, forse la più confusa e surreale che si sia mai vista, forse vi è sfuggito il pericolo di una rete in espansione di suprematisti italiani? Andrea Cavalleri, 22 anni, è stato arrestato nei giorni scorsi perché membro di una cellula neonazista che reclutava sul web aspiranti terroristi smaniosi di uccidere ebrei, neri e femministe per sanificare la società. La notizia è stata ripresa fugacemente dai quotidiani, neanche tutti per altro. Eppure insieme a un minorenne aveva creato un gruppo su Telegram, Sole Nero, per reclutare altri giovani alla causa suprematista. E aspirava a diventare il Traini 2.0 (Luca Traini, che nel febbraio del 2018 ha ferito sei migranti, sparando da un auto in corsa a Macerata). Eppure Andrea Cavalleri non viene da una famiglia disagiata, ha studiato al liceo classico. Non ha il profilo che spesso hanno quelli che sognano martirii e guerre sante.

Gli investigatori che lo hanno fermato a Savona sono convinti che questa indagine apra per la prima volta in Italia uno squarcio inquietante su una nuova forma di radicalismo eversivo

Alla commemorazione per la Giornata della Memoria, Liliana Segre ha detto che, dopo la pandemia, ci troveremo tutti pronti a guardare l’altro. Un auspicio condivisibile. Eppure il mio timore è che la bolla dell’emergenza sanitaria in cui viviamo da quasi un anno non ci permetta di vedere cosa accade nelle pieghe della società frantumata oltre che distanziata.

Con gli occhi puntati alla crisi di governo, forse la più confusa e surreale che si sia mai vista, vi è sfuggito il pericolo di una rete in espansione di suprematisti? Tranne per il quotidiano ligure Il Secolo XIX, l’arresto di Andrea Cavalleri ha suscitato un distratto interesse. Eppure questa rete, che aveva redatto anche un documento in cui si spiegava come si dovevano organizzare milizie paramilitari per ripristinare l’ordine sociale e politico, era seguita da diverse centinaia di adepti e il documento è stato scaricato da 1800 persone. L’obiettivo non era solo fare propaganda neonazista ma purificare la società. Le indagini sono cominciate tre anni fa su un minorenne in Piemonte e ora si dovrà ricostruire le identità di tutti i nickname degli aderenti in diverse regioni italiane.

La cosa inquietante è che, per quanto i primi indagati abbiano mostrato personalità borderline, provengano tutti da famiglie cosiddette normali

È presto per dire fino a quanto sia estesa questa rete perché comunica su diverse chat, non tutte collegate fra loro e composte da giovanissimi, in maggioranza studenti. Quello che è sfuggito a molti, in balia delle cronache sulla pandemia e del masochismo della politica di Palazzo, è che Cavalleri è legato agli Incel, involuntary celibate, i misogini che prendono di mira soprattutto le donne e hanno commesso diversi attentati. Gli Incel addebitano a presunti comportamenti delle donne i loro fallimenti nelle relazioni sentimentali. Bo Guerreschi, presidente della onlus bon’t worry, che difende le vittime delle violenze, aveva già fatto diversi esposti tre anni fa per sensibilizzare le procure su questo movimento misogino, in rapida espansione anche in Europa e ora in Italia. Anche se questo primo gruppo finito sotto la lente di diverse procure sembra essere più focalizzato sull’antisemistismo, vaneggiando la distruzione di città multietniche. Il giovane savonese si ispirava al gruppo suprematista statunitense “AtomWaffen Division” e alle Waffen-SS naziste. E aveva creato anche un questionario per selezionare i guerrieri. Tra gli obiettivi che lui stesso dichiarava in chat c’erano azioni terroristiche di matrice suprematista come quella realizzata nel 2011 da Anders Behring Breivik, autore della strage sull’isolotto di Utoya. Nelle conversazioni gli investigatori hanno trovato vere e proprie istigazioni a commettere gesti estremi anche sacrificando la propria vita, incoraggiando lo school shooting. Si tratta di un pericolo eversivo ancora poco conosciuto che non è frutto di una singola frustrazione individuale. Da monitorare con attenzione, perché nella bolla creata dalla pandemia si può innescare più facilmente il sonno della ragione.

Perciò non fatevi distrarre troppo dal suq romano, il pericolo di una rete in espansione di suprematisti in Italia, impensabile fino a qualche anno fa quando parlavamo di rozzismo, una miscela di ignoranza e frustrazione che aveva come capro espiatorio i cittadini stranieri, ora possa diventare qualcosa di più strutturato e davvero pericoloso.

 

Breve rassegna sul nostro festival delle idee. Lo abbiamo chiamato così per sottolineare la nostra intenzione a una narrazione improntata sul futuro e sugli scenari del 2021. Sara Lemlem, la nostra intraprendente videomaker, ha intervistato nella sua videorubrica New Roots Per Xin Alessandro Zheng, il regista italocinese che ha presentato il suo corto nella Settimana internazionale della critica di Venezia 2020: Per Xin Alessandro Zheng questo è l’anno del cinema d’Asia. Ugo Melchionda, portavoce e fondatore del gruppo Grei250 ha spiegato a NRW i passi da fare nel 2021 sulle politiche migratorie e sulla cittadinanza. mentre nella rubrica dei libri, Fabio Poletti ha scelto un titolo evocativo: Pensare altrimenti. Antropologia in 10 parole di Marco Aime. Una ricerca di differenze da valorizzare, anche contro i luoghi comuni che fanno a fette l’agire sociale. Mariarosa Porcelli, la nostra anima pop, per il festival delle idee ha optato per Nur Al Habash, che con la società Italia Music Export promuove gli artisti italiani sul mercato estero. E ci ha raccontato la rivoluzione dell’industria musicale nel 2021. Con una sua playlist che trovate sul nostro canale di Spotify. Elisa Mariani, la nostra spingitrice di virgole, ha contribuito con una storia delicata e poetica, ambientata nella tranquilla Besançon, nella Borgogna francese. Una vicenda da serie Netflix ha creato un movimento d’opinione destinato a fare scuola: della serie, come un fornaio francese ha evitato l’espulsione dell’apprendista guineano che ha risvegliato la sensibilità di diversi imprenditori.

Ps. La narrazione indipendente sulla società interculturale di NRW viene realizzata da un dreamteam interculturale e vive in un permanente brainstorming. Grazie per il vostro sostegno. Se volete fare una donazione, come sempre non ci offendiamo.