L’affanno sul tema delle migrazioni ha contagiato anche il governo Conte bis, formato da politici che si affidano a un prefetto. Cioè a un tecnico, sebbene molto competente. Auspico che l’ex prefetto di Milano Luciana Lamorgese voglia riprendere il piano integrazione con attenzione all’accoglienza diffusa, frenata da Matteo Salvini e attuata solo parzialmente da Marco Minniti. Sono contraria per principio alle dietrologie, ma l’uscita dal Viminale della Lega non ha certo cancellato per incantesimo l’avversità di una parte dell’opinione pubblica (non minoritaria, se vogliamo credere ai sondaggi) agli stranieri.
E avere un prefetto a capo dell’Interno tradisce le difficoltà e l’imbarazzo giallorosso che evita un’assunzione di responsabilità politica delle scelte difficili e sensibilmente impopolari da prendere su sbarchi, accoglienza, integrazione.
Confidiamo che, nella drastica inversione di rotta annunciata dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti, non ci si dimentichi di togliere i paletti messi nel decreto sicurezza dall’ex vicepremier per l’acquisizione della cittadinanza.
In questi giorni parte del team di NuoveRadici.World si trova all’undicesima Festival dei Giornalisti del Mediterraneo, incrociando temi e protagonisti che ben rappresentano la vastità delle prospettive sul Mediterraneo. Oltre al tema delle migrazioni, parità di genere e islam, questa edizione del Festival ha dedicato molta attenzione alla difesa del giornalismo di qualità e al contrasto alle mafie sia locali sia internazionali.
Mi ha colpito molto la testimonianza di Maria Badalamenti, nipote del boss don Tano, che ha raccontato la sua drammatica esistenza per difendere la memoria di suo padre, Silvio Badalamenti. Si era sottratto ai codici criminali della sua famiglia ed è stato ucciso per una vendetta trasversale da parte dei corleonesi nel 1983. E lei, autrice di Sono nata Badalamenti (D&M edizioni), ha concluso così il suo accorato intervento all’interno di un panel dedicato alle fake news moderato dal giornalista Rai Paolo Di Giannantonio:
L’odio deve essere combattuto con ogni strumento. E io che ho dedicato la mia vita alla denuncia della mafia, comprendo molto bene cosa possa provare uno straniero che viene isolato, discriminato, messo continuamente all’indice.
L’informazione corretta sul Mediterraneo non deve tratteggiare solo il mosaico culturale, ma anche le suggestioni. Girare per le piazze di Otranto a raccontare la nostra avventura e a raccogliere diverse visioni sul Mediterraneo è stato utile per arricchire la nostra narrazione che osserverà con molta attenzione le nuove politiche del Viminale.
Felice Blasi: «Combattere gli hate speech si può, parola di Corecom»
Editorialista e giornalista culturale del Corriere del Mezzogiorno, Felice Blasi è vicepresidente Corecom Puglia, ovvero il Comitato regionale per le comunicazioni che in questi giorni è partner istituzionale del Festival dei giornalisti del Mediterraneo di Otranto. E spiega l’urgenza di contrastare la narrazione mainstream per cambiare paradigma.
Sul confine orientale. I testimoni della rotta balcanica
Lorena Fornasir è una psicoterapeuta che vive a Trieste con suo marito, Gian Andrea Franchi, ex professore di Filosofia. Entrambi diventati attivisti, sono testimoni preziosi per raccontare l’odissea dimenticata della rotta balcanica. Questo è il suo primo racconto di una serie di testimonianze e riflessioni su ciò che accade ai confini con l’Est.
Sandro Ruotolo: «Africa e migrazioni? Ne “Il Re Leone” il padre di Simba dovrebbe dirgli: “Tutto questo non sarà più tuo”»
Il giornalista d’inchiesta, che nel corso del XI Festival del Giornalismo del Mediterraneo riceverà il premio Caravella del Mediterraneo, ci racconta perché al giorno d’oggi l’informazione non può prescindere dai racconti di integrazione. E non solo.
Al Festival dei giornalisti del Mediterraneo si comincia dai diritti delle donne (e si finisce a parlare di sbarchi)
Durante la prima serata del Festival dei Giornalisti del Mediterraneo, di cui NuoveRadici.World è media partner, si è parlato della parità di genere ma l’urgenza è stata ancora una volta il rovello sulle migrazioni.
Barzellette per miliziani
Il libro di cui scriviamo questa settimana è pervaso da un feroce umorismo: “Barzellette per miliziani” (Sellerio, 2019) racconta la guerra dal punto di vista di chi cerca di aggrapparsi a qualsiasi cosa, anche la più improbabile, pur di sopravvivere. L’autore Mazen Maarouf lo ha presentato al Festival della Mente di Sarzana. Recensione di Fabio Poletti.
Il soprano Marina Morozova: «La musica non ha confini e unisce i popoli»
La storia di questa settimana è dedicata a Marina Morozova. Soprano, ha scelto di venire a studiare in Italia perché «la lirica è nata qui» e imparare la lingua avrebbe dato più forza all’interpretazione. Quando è in Russia canta le arie italiane, in Italia tiene molti concerti cantando in russo. A parte quella volta dei Queen… Di Giulia Parini Bruno.