Editoriale NuoveRadici.world

Dobbiamo rassegnarci all’odio? Ho osservato con attenzione le reazioni post-elettorali sui social. I commenti degli elettori dello schieramento che ha trionfato alle europee mi hanno disorientato: non hanno mostrato giubilo, ma al contrario hanno rincarato la dose giornaliera di ostilità contro gli avversari.

Certo, in politica domina sempre la logica del vae victis, ‘guai ai vinti’. Ma mai prima d’ora avevo visto tanta ostilità e un profondo rancore sociale. Persino sui nostri social, siamo stati trattati con disprezzo. E aggrediti con slogan da stadio. Abbiamo cercato invano di dialogare per far capire che l’integrazione non può essere valutata sulla base di una minoranza che delinque. Di fronte avevamo solo muri ancora più alti di quelli che si vogliono mettere alle frontiere.

Eppure ogni giorno raccontiamo, senza demagogia, le numerose storie di chi ce l’ha fatta, di chi proclama amore per l’Italia, di chi ambisce alla cittadinanza. Dobbiamo rassegnarci all’odio? Posso comprendere la vittoria populista nei luoghi dell’accoglienza perché  disinteressarsi di quello che accade ai migranti una volta sbarcati è risultato essere un atto di masochismo politico, ma non riesco a capire fino a che punto si è spinta l’ottusità con cui si guarda al processo di integrazione di 6 milioni di persone che non rappresentano un monolite.

Il rancore spara nel mucchio. A caso. Anche verso chi nasce e cresce nel nostro Paese. La frantumazione sociale è sempre più diffusa, ma questo non ci ferma. Ci incoraggia semmai ad andare avanti e potenziare gli strumenti di una narrazione che smonti pregiudizi e stereotipi.

Nella speranza che prima o poi anche nel nostro Paese, dove i candidati di origini straniere eletti sono stati pochissimi, segua l’esempio degli altri stati membri dell’Unione Europea, dove per la prima volta a Bruxelles sono arrivati 18 europarlamentari di origine straniera, fra cui anche un’eurodeputata sud-coreana, candidata in Svezia. Presto vi racconteremo chi sono.

Ieri ai microfoni di Radio Italia Cina, ho spiegato il nostro progetto che cresce e annoda nuove radici. Se vi interessa, potete ascoltare l’intervista in cui ho annunciato l’organizzazione di un nuovo evento sulle nuove generazioni di italiani che, come noi, al quesito “Dobbiamo rassegnarci all’odio?”, rispondono: “Anche no”. 

Petre Mihai Baleanu: «Basta discriminazioni. Per tutti i medici deve valere la meritocrazia, non la casta»

Grazie alla nostra nuova partnership con Amsi, l’associazione dei medici stranieri in Italia , continuiamo a raccontare storie di medici che si battono per poter lavorare negli ospedali pubblici. Questa settimana Fabio Poletti ha intervistato il portavoce dell’Amsi. Ci ha raccontato le difficoltà dei camici bianchi che lavorano senza passaporto italiano. Sottopagati, bloccati dalla burocrazia, mal riconosciuti. Eppure, sempre più richiesti.

Allarme sovranista in Europa? Invece di dare i numeri, contateli

Martin Luther King una volta disse: «Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio si alzò e andò ad aprire e vide che non c’era nessuno». Questo è l’incipit dell’analisi di Davide Romano, scrittore e già assessore alla Cultura della comunità ebraica di Milano. Dati alla mano, ha dimostrato che la presenza dei sovranisti nel Parlamento europeo rappresenta una minoranza. Perciò contate i numeri, prima di annunciare la fine del mondo.  

Elezioni europee: il masochismo della sinistra italiana sbarca a Lampedusa (e Riace)

E In Italia? La vittoria della Lega nel comune calabro di Mimmo Lucano e nell’isola simbolo degli sbarchi dimostra che la sinistra è stata troppo supponente nell’attribuirsi un “modello di accoglienza perfetto”? Un commento del nostro polemista, Sindbad Il Marinaio.

I sovranisti. Viaggio ai limiti dell’Europa

Il long read di questa settimana ha affrontato il tema del sovranismo. Abbiamo pubblicato il prologo di I sovranisti, la mappa dei nazionalismi in Europa tracciata dall’esperto di geopolitica di Radio France Inter Bernard Guetta.

Amir Atrous: «Ci sono tanti voti che si possono raccogliere fra i nuovi cittadini. E le seconde generazioni possono intercettarli»

Dopo l’intervista a Layla Yusuf, candidata con Più Europa, e a Marwa Mahmoud, eletta al consiglio comunale di Reggio Emilia, abbiamo raccontato la disinvolta campagna elettorale di Amir Atrous, candidato nella lista di Forza Italia nella circoscrizione Nord Ovest. Lo studente universitario italotunisino ha studiato  un marketing elettorale con doppio e (diverso) messaggio rivolto sia ai maghrebini sia agli italiani nativi. Come ci ha spiegato in un malizioso video. 

Tayi Jean Niamke: «Dormivo per strada e ora gestisco 45 autisti, ma c’è chi pensa sia solo un corriere perché ho la pelle scura»

La storia della settimana che come ogni sabato è stata rilanciata da un altro nostro partner editoriale, Linkiesta, è quella di un cittadino di origini ivoriane. L’Italia doveva essere solo passaggio e invece nel nostro Paese ha fatto carriera.