Lo scontro fra la comandante della Sea Watch Carola Rackete e il Viminale sulla pelle di 42 migranti non permette di vedere oltre: le stime sugli sbarchi fantasma (circa 3500/5000 ogni anno), la rotta turca, l’assenza di regia nel Mediterraneo. E poi le conseguenze della chiusura dell’unico gruppo specializzato del Gicic, il gruppo interforze di contrasto all’immigrazione clandestina, guidato dal commissario Carlo Parini che, grazie alla collaborazione della Guardia Costiera, poteva monitorare la parte più consistente della rotta turca dei velieri. Perché non basta cercare di accoglierli: bisogna anche poter monitorare il flusso dei migranti.
Nel frattempo noi andiamo avanti, tenaci, per far emergere il melting pot italiano. E martedì 2 luglio, grazie alla collaborazione del Comune di Milano e della presidente della commissione delle Attività Produttive, Laura Specchio, un gruppo eccellente di nuovi cittadini arriverà nella sala Alessi di Palazzo Marino per raccontare i propri traguardi su imprese, creatività e innovazione.
Francesco Wu, imprenditore e Consigliere di Unione Confcommercio per l’imprenditorialità straniera, farà un’analisi sul ruolo sempre più determinante delle aziende straniere come fattore di integrazione. Le imprese gestite da cittadini immigrati crescono (e maggiormente nel tessuto metropolitano di Milano).
Ruth Akutu Maccarthy, co-fondatrice di Afro Fashion Week Milano, racconterà come, nel 2015, insieme a Michelle Francine Ngonmo, è nata l’idea di creare una piattaforma di stilisti emergenti che ora collabora con alcuni brand italiani. Perché la contaminazione creativa è sempre più diffusa, oltre che cool.
Omar Sene, fra i fondatori dell’associazione Nuove Radici, spiegherà l’importanza dell’intelligenza (inter)culturale nell’ecosistema dell’economia. E lo farà attraverso esempi concreti, compreso il suo: quello di un giovane italosenegalese che lavora nei mercati emergenti.
Simohamed Kaabour, insegnante genovese e presidente del CoNNGI, il Coordinamento nazionale delle nuove generazioni di Italiani, parlerà delle competenze culturali e linguistiche per potenziare l’innovazione produttiva e organizzativa.
Natasha Siassina, imprenditrice tessile ci racconterà la sua evoluzione: dalla prima azienda, fondata a San Pietroburgo all’età di 16 anni, fino alla creazione a Milano del suo brand Tailor’s Art Revolution, che riesce a coniugare con attività no profit per favorire l’integrazione.
E infine Cristina Piotti, giornalista freelance italoindiana e membro del team di NuoveRadici.World, affronterà un tema poco frequentato dai media: come si diventa una figura ponte per spiegare l’Italia agli indiani e l’India agli italiani?
Insomma il nostro primo workshop a Palazzo Marino assomiglia alla trama di un libro, ma riflette una realtà multiculturale sempre più effervescente e che dovrebbe essere più valorizzata, oltre che conosciuta.
Anche per Strasburgo o corri il rischio di morire o puoi rimanere a mare
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo chiude i porti italiani alla Sea Watch perché «Le persone non sono esposte a danni irreparabili», mentre da oltreoceano arriva una foto che sembra lasciarci meno attoniti di quella di Alan Kurdi. È la banalità dell’assuefazione? Ce lo chiede il nostro polemista Sindbad il Marinaio.
Tommy Kuti: «Con la pelle nera nell’Italia di Salvini? La mia vita è una figata!»
Il rapper afroitaliano arriva oggi in libreria con un romanzo nel quale racconta la sua vita, tra l’amicizia con Fabri Fibra e qualche stoccata alla politica italiana (Zingaretti compreso). L’intervista di Cristina Piotti.
Ci rido sopra. Crescere con la pelle nera nell’Italia di Salvini
L’anticipazione di un estratto del libro d’esordio autobiografico pubblicato da Rizzoli del primo rapper afrodiscendente italiano a firmare con la Universal, in cui ha raccontato pregiudizi e discriminazioni in modo leggiadro.
Il genere errante. Fare poesia sulla migrazione
Il long read di questa settimana è tratto dalla raccolta Il genere errante (Agenzia X, 2019), che raccoglie i testi della sesta edizione del premio Dubito, dedicata alla condizione di viandante dell’uomo. Si può raccontare la migrazione con la poesia in forma di “spoken word” o “spoken music”?
Medici stranieri: assumiamoli nel pubblico, prima che se ne vadano anche loro (magari a Dubai)
Le Regioni cercano personale ma i medici stranieri già in Italia restano discriminati ed esclusi dai concorsi. Stanchi di una precaria Sanità low cost, nell’ultimo anno anche tra gli associati Amsi sono aumentate del 25% le richieste di informazioni per trasferirsi all’estero. Di Fabio Malagnini.
Irriverente, caparbio, provocatorio. Con una storia da film e uno stile politico dirompente, il giovane rifugiato somalo musulmano nel giro di pochi anni è passato da semplice attivista a sindaco, approdando ora a Bruxelles. Il suo slogan? «L’immigrazione rende la Gran Bretagna grande». Di Costanza de Toma.