L’anno si chiude esattamente come è cominciato. Non per NRW che passo dopo passo cresce e innesta nuove, doppie e triple radici. E ha obiettivi sempre più ambiziosi.
Il 2019 si chiude come è cominciato, con la sterile percezione del tema migratorio e l’assenza di consapevolezza della crescita demografica e culturale dei nuovi italiani. Ancora una volta un nuovo rapporto ci parla della percezione alterata sulla presenza degli stranieri. Se in Italia si considera che siano il 31 per cento, ma in realtà sono il 9 per cento, in Grecia e in Austria va pure peggio: i cittadini di entrambi i Paesi pensano che siano il 35 per cento. In realtà in Grecia sono il 9 per cento come in Italia, mentre in Austria il 16 per cento.
Ma il top lo raggiunge l’Ungheria, dove la percezione distorta è da Guinness dei primati: gli immigrati sono solo il 2 per cento, ma si immagina che siano il 20 per cento.
I dati forniti da un sondaggio Ipsos per la fondazione WeWorld Onlus sono la prova provata dello scollamento patologico fra realtà e la rappresentazione di un’Europa convinta di essere assediata da flussi migratori di dimensioni epiche. Da sottolineare anche la polarizzazione sulle fake news: il 30 per cento del campione interpellato da Ipsos reputa che i media abbiano timore di descrivere negativamente i migranti, mentre il 34 per cento sostiene esattamente il contrario.
Dopo questa lunga premessa statistica, non mi stupiscono perciò le polemiche sulle sardine con background migratorio, prese in considerazione solo se la presenza di un’italopalestinese fa scoppiare la polemica sull’integralismo islamico o ancora se un altro volto noto della protesta come il giornalista Stephen Ogongo (fondatore anche del movimento Cara Italia) lancia un appello ecumenico all’estrema destra.
Del resto Ogongo aveva già fatto la stessa cosa con il leader della Lega perché come spesso scriviamo – citando lo scrittore Fabio Geda – è sbagliato fare le prediche ai convertiti se si vuole creare maggiore attenzione sul tema delle nuove generazioni di italiani che, ricordiamolo, oggi sono 2.825.182 under 35 anni.
Molto abbiamo fatto nel nostro primo anno di vita per cambiare la percezione attraverso lo storytelling e dimostrare la trasformazione in atto, con gli occhi puntati sul futuro, ma i sondaggi ci dicono che ci aspetta ancora tanto da fare per cambiare narrazione. Anche se NRW ha incoraggianti riscontri positivi su un approccio diverso al tema da parte dei nostri lettori in crescita.
Non amo i sondaggi che spesso servono per essere smentiti, ma se dobbiamo affidarci ai numeri crudi l’anno che sta per chiudersi ci restituisce ancora una volta un Paese arroccato su se stesso che continua a raccontarsela.
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