Editoriale NuoveRadici.world

L’immagine scattata da Cecilia Fabiano dell’agenzia LaPresse purtroppo per ora non ha fatto il giro del mondo. L’immagine con una pila di libri tra le braccia del piccolo Rayane, figlio di una coppia di marocchini sgomberati insieme agli altri residenti abusivi da una scuola occupata a Primavalle, può apparire solo come un frammento della nostra epoca.

A differenza del corpo di Alan Kurdi riverso sulla spiaggia di Bodrum, trasformato in un simbolo globale del dramma nel Mediterraneo, lui, il bambino coi libri, rappresenta un enigma del nostro presente caratterizzato da una caotica frantumazione sociale.

I libri paiono sciupati, scollati e macchiati dall’umidità. Perché? Sono i suoi libri di scuola che gli sono serviti a finire la prima media? O sono quelli che suo padre vende al suo banchetto di oggetti vintage? Non importa. Ciò che importa a noi che facciamo parte di questa storia sono le sue braccia tese che sembrano reggere con fatica tutti i libri in mezzo al trambusto di uno sgombero.

Non sappiamo dove sia ora né dove continuerà a studiare, ma vogliamo credere che lui rappresenti il futuro: una flebile speranza che ci salvi la coscienza per tutto l’astio che respiriamo ogni giorno, senza riuscire a fermarlo.

Da Twitter

Lui, il bambino coi libri, non guarda i carabinieri, sono loro a guardare lui. E Rayane in quel frammento è più forte di tutti perché i libri non li molla e guarda dritto, sebbene lo sguardo appaia mesto e stordito. Sappiamo perfettamente che i ghetti non sono luoghi di integrazione. E non ignoriamo quanto accade nelle case occupate dove operano i diversi racket per subaffittare squallidi alloggi agli stranieri irregolari. Non ci è sfuggita la violenza inaudita dello sgombero a Primavalle. Ed è superfluo ricordare che ogni bambino ha il diritto a vivere una vita dignitosa, così come ogni bambino straniero dovrebbe essere aiutato a crescere bene, senza essere lasciato a vivere nell’ombra in un alloggio decadente e occupato, ma questa è un’altra storia.  

Ogni giorno intervistiamo studenti universitari, medici, artisti, professionisti, nuovi cittadini che ce l’hanno fatta per diverse ragioni. Anche partendo da condizioni precarie, di svantaggio sociale o di “clandestinità”. E quindi oggi, facciamo il tifo per Rayane. Vogliamo aggrapparci ai suoi libri, vogliamo vederlo crescere, vogliamo che possa diventare un cittadino italiano. 

Avviso ai naviganti: il nostro progetto intreccia altre nuove radici. Fra i nostri partner, ora c’è anche Afro Fashion Week: una piattaforma per stilisti, modelle e artisti emergenti di diverse nazionalità. Come abbiamo raccontato recentemente in una video intervista.

Invalsi: quanto è inclusiva la scuola italiana?

La scuola italiana è adeguata a una società interculturale? Tra conferme e qualche sorpresa, la prova per la valutazione del nostro sistema scolastico ci racconta sfide e risultati dell’integrazione dei ragazzi di origine straniera. Di Fabio Malagnini.

Klevisa Ruçi: «Sono qui con un solo obiettivo: farcela»

Klevisa Ruçi, 26 anni, albanese, in Italia dal 2011, sta completando gli studi per ottenere una laurea magistrale in Comunicazione Pubblica e Politica all’Università di Torino e fa parte del direttivo di NILI, il Network Italiano dei Leader per l’Inclusione. Di Marco Lussemburgo.

Quando a migrare è un’occidentale. Una vita da expat

Il long read questa settimana è dedicato ai migranti che partono da Occidente: gli expat. Pubblichiamo un estratto di Migranti per caso. Una vita da expat di Francesca Rigotti (Raffaello Cortina Editore, 2019). È davvero solo una questione di passaporto? A cura di Fabio Poletti. 

Cresce l’occupazione dei lavoratori extracomunitari: il mercato del lavoro guarda avanti tra problemi vecchi e generazioni nuove

Non rubano il lavoro a nessuno e non è vero che fanno solo i lavori che gli italiani non vogliono più fare: l’Italia resta uno di pochi paesi OCSE dove gli immigrati hanno un tasso di occupazione superiore a quello della popolazione nativa. NuoveRadici.World ha anticipato i dati del IX “Rapporto sugli stranieri nel mercato del lavoro” curato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Di Fabio Malagnini

Yang Min: ritratto del campione di ping-pong che vi farà ricredere sugli italocinesi (e sul tennis da tavolo)

Yang Min, per allievi e amici solo Yango, è l’atleta italocinese che ha portato l’Italia ai massimi livelli in uno sport nel quale il nostro Paese non ha mai brillato. Ora allena quelli che lui definisce con ironia i “carciofi”.