Editoriale NuoveRadici.world

«Cri, sei sicura di voler metterla giù così dura?» (Elisa), «Mi sono tenuta, Eli» (io), «Poi c’è un accento sbagliato» (Elisa), «Vabbè» (io), «Ormai stiamo discutendo di lana caprina» (Elisa e io alle 22). «Questa discriminazione è inaccettabile, dobbiamo intervenire!» (Giulia a tutte le ore), «Verifichiamo le dinamiche, per l’indignazione c’è sempre tempo» (io a tutte le ore). «Avrei dieci proposte, fermatemi che non riesco a smettere!» (Marò), «Solo dieci?» (io), «Non è mai soddisfatta, fa paura» (chiunque). «Sembra la signorina Rottenmeier, ma anche lei ha un cuore e vi farà crescere» (io a chiunque venga terrorizzata dal rigore indo-prussiano della CriPiotti). «Direttora, mi mandi ai matti, come mi distraggo un attimo cambi idea. Gnaafaccioppiù, gnaapossofà» (Marghe), «A te non ti ammazza nessuno» (io). «Il video della mia rubrica lo monto sabato, ho tutto sotto controllo, stai serena, CriGiudi» (Sara), «Perché, domenica che fai, volevi riposare?» (io).

Questi sono alcuni estratti dei nostri dialoghi quotidiani in chat, prima, durante e dopo il lockdown. Quelli scherzosi, che servono a sdrammatizzare la nostra scelta (diciamolo, impegnativa e delicata) di portare avanti una narrazione quotidiana su un tema etico e cruciale: la crescita demografica delle nuove generazioni di italiani che s’intreccia con le migrazioni, l’integrazione, i cambiamenti culturali e sociali, le discriminazioni e il razzismo.

L’idea, concepita oltre due anni fa, di fondare una piattaforma digitale che raccogliesse tutti i tasselli del mosaico interculturale, frammentati in realtà associative, gruppi social, blog culturali o di attivisti, è diventata un progetto che si è strutturato gradualmente.

Siamo partite con il sostegno di molti amici che ci hanno dato gli strumenti per costruire la casa, ma senza chiedere un mutuo e siamo andate avanti con una ragionevole follia (della serie si parte e poi si vede), senza un editore alle spalle.

Ora la casa è stata costruita: abbiamo una redazione interculturale, una solida community e un’associazione che ci affianca, grazie al generoso contributo del suo presidente, Pier Vito Antoniazzi. Perciò vogliamo gettare il cuore oltre l’ostacolo. E potenziare il nostro progetto, fino  ad ora realizzato con tanto impegno volontario e il supporto dei nostri partner, per renderlo sostenibile.

Vogliamo crescere e garantire ai lettori un’informazione a 360 gradi, affiancata da workshop divulgativi e formativi per puntare i riflettori sulle trasformazioni nella nostra società globale e complessa. Abbiamo sempre cercato di avere uno sguardo laterale, di approfondire ogni spunto ignorato dai media mainstream. Lo abbiamo fatto con le forze che avevamo, senza lamentarci, anzi. Fiere (sì, perché il dream team è composto esclusivamente da donne, ma è stato un caso, giuro) di portare avanti un progetto che ha dato, dà e vuole dare ancora un contributo importante per costruire la coesione sociale. Ancora più necessario ora che la conflittualità sociale si è acuita e porta i cittadini a considerare gli stranieri residenti o italiani con molte radici un bersaglio facile, se non un capro espiatorio.

Perciò vi invito a guardare il video, ad associare i nomignoli citati in questo editoriale ai volti e, se vorrete, a darci un vostro contributo. Entrando nella nostra community, che ha mille progetti in mente.

Per parafrasare Paolo Conte, all’inizio mai avremmo immaginato di arrivare ad avere così tanta strada nei nostri sandali. Ora, però, vogliamo fare il giro del mondo. Aiutateci a navigare nella società che cambia.

Questa settimana ci siamo occupati degli infermieri stranieri che ci hanno inviato un appello perché sono nella lista degli eroi da incensare ma, passata la fase acuta dell’emergenza, si trovano come prima, senza diritti né tutele. Ne ha scritto Margherita De Gasperis per raccontare i retroscena di quel grazie che gli è ancora dovuto.

Già sapevamo che il Covid non avrebbe reso il mondo migliore. Ma non fino a questo punto. Qui potete trovare l’analisi di Mario Giro, già viceministro degli Affari Esteri e coordinatore di Demos, su cosa è successo nel mondo (e soprattutto nei Paesi già in guerra) da quando è iniziata la pandemia.

E la nostra music talent scout, Mariarosa Porcelli, ha scovato la JLo di Legnano che viene dall’Ecuador, mentre la rubrica settimanale dedicata ai libri si è occupata del Rinascimento afroamericano negli anni Venti ad Harlem. Navigate con noi nella società che cambia, ogni giorno ve ne raccontiamo un pezzo.