Il fumo della Gregoretti. Dopo il teatrino avvenuto sul voto parlamentare per processare l’ex ministro Matteo Salvini che spera nell’impeachment nella speranza di non ottenerlo, c’è chi ha scomodato persino Silvio Pellico con la seguente citazione: «Chi mente, anche se non è scoperto, ha la punizione in sé medesimo». Dietro il caso della Gregoretti, non c’è la nave Gregoretti e i migranti tenuti a bordo, nonostante la violazione delle convenzioni internazionali. Ci sono questioni di diritto, interessi di cadrega di una maggioranza sempre più in affanno e di un’opposizione divisa. Soprattutto c’è l’ulteriore azzardo del leader della Lega che già stamane era in diretta streaming nella sede della stampa estera per rilanciare i suoi due cavalli di battaglia: il fumus persecutionis e la difesa dei confini. Pur sapendo che, in caso di condanna, non potrebbe candidarsi. Nel frattempo la Lega continua a dettare l’agenda di Governo che pare sempre più impantanato.
Dietro al caso della Gregoretti, non ci sono i diritti dei migranti ma solo una battaglia politica che impone riflessioni etiche e giuridiche, semmai. I diritti dei migranti però restano nell’ombra. Alibi e pretesto per una campagna elettorale senza soluzione di continuità.
Gli esponenti della maggioranza, interpellati sulla mancata discontinuità con il governo precedente, mescolano le carte in continuazione. E anche dalla bozza di modifica sul Memorandum Italia-Libia pubblicata dal quotidiano Avvenire, grazie all’indefesso lavoro di Nello Scavo, si evince la prudenza del governo che conferma gli accordi presi anche se chiede maggior rispetto dei diritti umani, chiusura (graduale) dei centri di detenzione e accessibilità agli operatori dei diritti umani. Fate con calma, per carità. Ci sono (deboli) ragioni geopolitiche che il cuore non conosce, ma resta in vigore il supporto tecnico e finanziario alla prevenzione e contrasto all’immigrazione: la guardia di frontiera e costiera in cambio di un superamento dei centri di accoglienza, quelli definiti in modo più appropriato dalle Nazioni Unite campi per violenze e torture subite dagli ospiti.
Per quanto riguarda i diritti umani, le modifiche introdotte paiono più che altro raccomandazioni difficili da far rispettare in Libia. Per quanto riguarda i fatti, i migranti in fuga da centri continueranno ad essere riportati indietro. Per quanto riguarda chi assiste, come noi, ai balletti politici e diplomatici, fumo negli occhi che non vogliamo chiudere.
Nel frattempo Nuove Radici con Milano Positiva sta organizzando il proprio evento per la Civil Week, dedicata all’economia civile e circolare, partecipazione, inclusione e coesione sociale per valorizzare tutte le energie che il Terzo settore è capace di muovere nella nostra città. Ne approfitteremo per organizzare un incontro dedicato ai nuovi cittadini che ci racconteranno Milano attraverso il loro sguardo.
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