Come si chiama, cosa fa nella vita e quanti anni ha?
«Mi chiamo Massimo Ferlini e ho 64 anni. Sono presidente di Formaper, azienda che dal 1987 che sviluppa modelli di supporto alla creazione e sviluppo delle imprese».
Si descriva in tre aggettivi.
«Sono testardo, curioso, aperto agli altri».
Descriva il suo lavoro, in una frase.
«Fornisco consulenze per uno sviluppo e soprattutto un lavoro sostenibile, un ambito che dopo questa pandemia sarà ancora più impegnativo e interessante».
Dove ha vissuto negli ultimi 10 anni?
«Negli ultimi dieci anni ho vissuto a Milano».
Dove ha trascorso la quarantena?
«Ho passato gli ultimi mesi in casa, a Milano, con la famiglia».
Il Covid-19 ha fermato le aziende, ma non le menti: a quali progetti sta lavorando?
«Vorrei recuperare i mesi di lavoro persi, ma anche i tanti incontri che non si sono potuti fare».
Questione di simboli: qual è l’immagine della ripartenza della sua attività, per lei?
«L’immagine della ripartenza, per me, è il tornare a viaggiare e fare incontri di persona».
Il mondo post-Coronavirus: qual è l’abitudine che, nel bene o nel male, dovremo dimenticare?
«Da qui in avanti dobbiamo ricordare che da soli, e senza una Sanità forte, non abbiamo reti di salvataggio».
Parliamo di NRW: qual è la storia che l’ha colpita di più?
«Della narrazione di NRW mi ha sempre colpito la quantità di nazionalità presenti nella nostra vita e quanti sono stati capaci di emergere».