Anche quest’anno nonostante il Covid-19, Milano ha ospitato la tradizionale Fashion Week settembrina. Tra passerelle contingentate, collezioni virtuali e presentazioni phygital (a metà strada tra fisico e digitale), le sfilate non hanno tralasciato i temi dell’ecosostenibilità e dell’attenzione all’ambiente, ormai diventati uno dei focus del settore. Tanto che ogni anno, a inizio ottobre, la capitale della moda italiana celebra quelli che vengono considerati gli Oscar della moda sostenibile, ovvero i prestigiosi Green Carpet Fashion Awards.
Ma se i grandi brand hanno deciso di puntare solo di recente su un effettivo ed efficace impegno ambientale, ci sono realtà che da tempo ragionano sulle connessioni tra società, fashion e ambiente. Come Fashionableecoart, evento organizzato dall’associazione no profit Vitaru, di Natalia Siassina. Vitaru si occupa da anni dei diritti delle donne di origini russofone ed è fondatrice del brand di abbigliamento Tailor’s art revolution, ma questa volta l’obiettivo è quello di costruire ponti tra il fashion design e la sostenibilità ambientale.
Anche quest’anno Vitaru porta in piazza un multiculturale ventaglio di ospiti, come l’artista e designer di origine domenicana Grey Estela Adames, in arte Grey Est, cresciuta in Venezuela ma ormai protagonista del panorama artistico milanese. E anche la cantante lirica Marina Morozova, l’artista italo-russa Marina Kaminsky e come special guest e protagonista della live performance Vera Atyushkina, ex velina di Striscia la notizia.
World Cleanup Day 2020
In occasione della terza edizione del World Cleanup Day 2020 artisti, cantanti e modelle si sono esibiti in piazza del Duomo, coinvolgendo anche gli spettatori nella pulizia dello spazio circostante e nella raccolta di mozziconi di sigaretta abbandonati nella piazza più iconica di Milano.
Le modelle indossavano abiti simbolicamente ricavati da rifiuti e scarti in plastica, a dimostrazione del fatto che il riciclo può essere un’opzione fashionable e al tempo stesso a basso impatto ambientale. Iniziative come questa ci ricordano che è possibile adottare un modello di crescita sostenibile anche nella moda.
Artisti da tutto il mondo
A ricordarcelo molte le opere esposte, come quelle di Jeanfilip, che fa del contatto tra uomo e ambiente un elemento chiave per le sue opere. Ne “Il ritorno” la ricerca tra l’arido e la vita, rappresentata dall’acqua, è un equilibrio difficile da definire e che si disperde in una continua sfumatura, rappresentazione emblematica della vita dell’uomo. Le farfalle, che sopravvivono là dove l’aria è pulita, sono un grido di speranza per le generazioni future, per un mondo meno inquinato e malato.
Fashionableecoart è un evento ecosostenibile ma anche multiculturale, che coinvolge artisti, designer e modelle da ogni parte del mondo. Marina Kaminsky, pittrice italo-russa che ha fatto di Milano la sua casa d’arte e dove ha aperto il suo atelier M.K. in Blu, ha voluto calcare la mano sull’inquinamento causato dai mozziconi di sigaretta, realizzando un mantello che è al tempo stesso un monito per l’imminente futuro dell’umanità.
Inquinamento, cambiamento climatico, degrado ambientale. Non c’è discorso più multiculturale di questo. Una minaccia che non conosce confini nazionali e valica ogni muro, mentale ma anche fisico, e riguarda tutti. Ed è importante che la moda, con l’enorme carico mediatico che trascina dietro di sé, continui a parlarne.