Aida Aicha Bodian è la persona giusta per capire in quanti modi si può declinare la “Diversity leadership nell’arte”, come suggerisce il titolo del primo di una serie di incontri che si occuperanno di valorizzazione della diversity in ambito professionale. Classe 1986, nata in Senegal e arrivata in Italia a 6 anni, Bodian è in realtà cittadina del mondo (ora abita a Parigi) con una personalità eclettica. Si occupa di promozione culturale attraverso le attività di blogging, fashion design e ora anche di scrittura. Infatti nel 2020 ha pubblicato un libro con le edizioni People, nato dall’isolamento della pandemia. La comunicazione è il suo pane, insomma. Purtroppo lo sa bene anche suo padre che sperava si laureasse in Giurisprudenza, mentre lei ha preferito occuparsi di pubblicità per una società in Emilia Romagna. Mai dire mai, però, perché parlando con NRW Aida Bodian si dichiara appassionata di psicologia e dice che magari un giorno riprenderà a studiare.
Le passioni di Aida Aicha Bodian
«Ho lavorato per otto anni per un’azienda che si occupa di marketing, facendo analisi della pubblicità occulta per la Rai. Poi ho deciso di dedicarmi alle mie passioni e al mio percorso indipendente, oltre che alla maternità. In pratica, mi sono concentrata sullo sviluppo di blog personali e sulla creazione di una community online, Nebua World, per sostenere la diversity, con l’obiettivo di trasmettere messaggi positivi». Nella tecnologia Aida Aicha Bodian ha trovato lo strumento per promuoversi senza mostrarsi, visto che confessa di essere molto introversa.
Ma con determinazione voleva far passare il messaggio che la diversity, di qualsiasi tipo, è un punto di forza e di certo non un difetto, e che bisogna puntare tutto sulla consapevolezza della propria identità
Con la moda è andata così, racconta lei, quando nell’ambito dell’Afro Fashion Week di due anni fa ha presentato le sue linee di vestiti ispirate proprio alla (ri)scoperta delle radici.
Le parole della diversity
Dalla moda alla scrittura. Della serie non tutto il lockdown è venuto per nuocere visto che dall’isolamento sono maturati progetti come il libro Le parole dell’umanità, che Aida Aicha Bodian ha scritto in collaborazione con l’illustratore veneto Nicola Grotto. Quel periodo di malessere ha fatto emergere il bisogno di una semplificazione del linguaggio e della comunicazione (ma non una banalizzazione), di tornare alle cose essenziali, spiega l’autrice. «L’idea è partita da riflessioni personali, dall’esigenza di diffondere alcuni valori per me importanti come l’educazione o il rispetto, che riguardano anche la sfera professionale».
Da qui ha preso forma il progetto delle parole da riscoprire e analizzare, nell’ottica di coinvolgere gli altri, di universalizzare. Volevo condividerle con un pubblico ampio
«Inizialmente ho fatto una ricerca per capire se potevo tradurre queste parole nei dialetti italiani, ma era troppo impegnativo. Quindi mi sono limitata a dei termini internazionali, inclusi quelli di alcune lingue africane apparentemente minoritarie ma che in realtà sono utilizzate molto». Il progetto di Bodian sembra in linea con la tendenza del momento a ridefinire il linguaggio “dal basso”, in direzione della rappresentazione della realtà. «Con il linguaggio inclusivo credo stiamo prendendo la strada giusta perché va incontro a più persone e identità. Penso al lavoro che sta facendo la sociolinguista Vera Gheno, per esempio, ma non solo. Questa trasformazione fa parte di un processo che non possiamo bloccare e che va a favore di tutti».
Come si comunica la diversity secondo Aida Aicha Bodian
Al workshop di Nuove Radici World del 29 ottobre finalmente potremo seguire Aida Aicha Bodian senza troppi filtri digital. Nella sede della Fondazione Riccardo Catella a Milano, infatti, ci condurrà attraverso il suo percorso professionale. La conferenza della mattina che precede il workshop del pomeriggio sarà registrato e poi disponibile anche sui canali social di NRW. «Parlerò delle mie tappe lavorative per affrontare i diversi aspetti della promozione della diversity tramite attività differenti, sempre nell’ambito della comunicazione. Affronterò il mondo della moda parlando del progetto imprenditoriale Nebua World e dell’associazione Roots Evolution. Mi interessa molto il discorso della rappresentazione sotto l’aspetto visivo e comunicativo. È questa la direzione di quello che abbiamo fatto e stiamo facendo ancora con Nebua, per esempio, andando alla ricerca di volti e storie di ragazze afroitaliane (e anche italiane) che con le loro attività stanno dando un contributo inclusivo al Paese».