La vita è ciò che accade mentre sei occupato a fare altro, cantava John Lennon in Beautiful boy. Scomodiamo un gigante per ricordare che la musica è ciò che accade nella vita di ogni giorno mentre sul palco dell’Ariston si consuma il Festival di Sanremo. Perché, ce lo chiediamo tutti gli anni: la kermesse sanremese rispecchia davvero i gusti del Paese? Finora, piuttosto, abbiamo assistito al fenomeno inverso, nel senso che le canzoni proposte dal festival costituiscono un genere, la canzone sanremese, appunto, che ci dobbiamo beccare volenti o nolenti nel mainstream dei passaggi radiofonici. Ma l’edizione 2021 si presenta con un’altra veste: l’alta percentuale di voci nuove e la bassa età media dei partecipanti fanno pensare (e sperare) di essere di fronte a uno svecchiamento del festival della canzone italiana.

Sarà anche perché la “realtà” dei social e delle piattaforme musicali in rete hanno preso il sopravvento ovunque, anche in tv. E per effetto della mutua influenza tra media, i talent televisivi finiscono per imporsi sul mercato discografico, come nel caso dell’italobrasiliana Gaia Gozzi, lanciata da Amici due anni fa e in gara a Sanremo 2021 nella sezione Big

La nuova generazione

Abbiamo partecipato con entusiasmo al successo di Mahmood con Soldi, nel 2019, tra l’altro tra i pochi che si sono fatti notare sulla scena internazionale. E abbiamo tifato per FADI, che sul palco dell’Ariston c’è stato l’anno scorso ed ha avuto un ottimo riscontro con la sua ballata Due noi. A questo punto, allora, il terreno è fertile per riconoscere che nel panorama della canzone del Belpaese ci sono anche i protagonisti delle nuove generazioni di italiani con origini fuori dall’Italia. Perché è questa la situazione reale in cui viviamo, e non da ieri, anche se il risveglio collettivo sulla questione è avvenuto solo recentemente. Occhi e soprattutto orecchie vanno spalancati sul fatto che l’ultima generazione di cantanti è un melting pot e chi, tra loro, ha genitori nati dall’altra parte del mondo fa canzoni che non devono necessariamente essere catalogate come esotiche o proporre un unico genere etichettabile all’unisono.

Tra l’altro, probabilmente, è proprio questa la generazione più votata a rappresentare la canzone italiana nel panorama internazionale, ovvero stile italiano ma linguaggio globale, una formula che potrebbe arrivare a tutti

Sanremo 2021 porta sul palco dell’Ariston una rappresentanza di origine straniera con Elodie, questa volta nel ruolo di presentatrice, e tra gli artisti Big con Ermal Meta, Malika Ayane e Gaia. Ma nella sezione delle giovani proposte si è dimenticato delle nuove generazioni di italiani. Per questo abbiamo provato noi di NRW a selezionare cinque nomi che sul palco del festival avrebbero fatto la differenza, confezionando una playlist che sa di cinquina vincente.

Joan Thiele è cresciuta ascoltando Mina e Lauryn Hill, tra Cartagena de Indias in Colombia, Desenzano del Garda e Londra. Ha cantato soprattutto in inglese e spagnolo ma ora scrive anche in italiano ed è già proiettata sul panorama internazionale. È stata una delle protagoniste della versione del 2019 di Le ragazze di Porta Venezia di Myss Keta insieme a Elodie, Priestess, La Pina e Roshelle.

J Lord Young, gifted and black, avrebbe detto Nina Simone. Giovane, talentuoso, nero e con l’accento napoletano, aggiungiamo noi. Nel 2020 si è fatto conoscere con la canzone Sixteen, la sua età. È nato in Ghana e cresciuto a Casoria con la famiglia adottiva. È il nostro giovanissimo Jay Z con il durag in testa alla Snoop Doog. Un brillante astro nascente del rap italiano, senza dubbio anche da esportazione.

Rareş è nato nel 1997 a Birlad, in Romania, ed è arrivato da piccolo a Marghera con la famiglia. Poi ha proseguito gli studi di musica a Bologna e lì ha iniziato a comporre canzoni pop-soul dal piglio irriverente che guardano oltreoceano ma, al tempo stesso, ci immergono nelle atmosfere rarefatte della laguna. Dopo l’album di esordio Curriculum Vitae, ha appena pubblicato un ep che è davvero qualcosa di nuovo nel cantautorato italiano.

Chadia Rodriguez è nata in Spagna da genitori marocchini ed è cresciuta a Torino. Giovane ma già piuttosto nota sulla scena hip hop italiana. Ci sarebbe stata proprio bene a Sanremo, anche perché nel video del suo ultimo singolo Donne che odiano le donne si inerpica per una scala che ricorda quella dell’Ariston. La canzone conferma la tendenza di Chadia a non mandarle a dire: tra le varie tematiche spinose che ha sempre trattato (come droghe e bodyshaming), qui si rivolge alle donne incapaci di fare squadra.

Chico, italocubano classe 2002, fa parte della scuderia dell’etichetta La Grande Onda targata Piotta. Per l’anagrafe è Manuel Munoz Contreras ed è nato in Sicilia. Poi si è spostato a Milano e lì si è stabilito. La realtà che racconta nelle sue canzoni è fatta di scuola, amici, periferia e nuove generazioni di italiani, sullo sfondo di una città che, come tante metropoli ormai, va a ritmo globale tra rap e sonorità latine.

Ecco la playlist che abbiamo creato per il nostro canale Spotify, Nuove Radici World Radio.