Nonostante l’emergenza sanitaria e le preoccupazioni che accompagnano l’inizio di settembre, oggi ha inizio la settantasettesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. A causa della pandemia il festival di quest’anno sembra essere unico nel suo genere, non solo per le misure di sicurezza che verranno adottate, ma proprio per la particolarità del programma dei film presenti, sia in concorso che nelle altre due categorie (fuori concorso e orizzonti).

Ma cosa renderà unica questa Mostra nel 2020? Non solo la numerosa presenza di registe donne in concorso (8 sui 18 dei registi in concorso), ma l’assenza delle grandi major americani che quest’anno lascia spazio alla presentazione di film unici e particolari provenienti da realtà cinematografiche spesso ignorate

Si tratta di un’edizione di frontiera che spazia dalle terre desolate iraniane ai sacri rituali indiani, fino alle avventure cammellieri australiani. Ecco la selezione di film che meritano una particolare attenzione alla mostra secondo la redazione di NRW.

Dashte  Khamoush (Terra desolata) di Ahmad Bahrami, con Ali Bagheri, Farrokh Nemati, Mahdieh Nassaj, Touraj Alvand, Majid Farhang (Iran) – In una terra desolata e remota ha sede un mattonificio che ancora produce mattoni in maniera tradizionale. In questa fabbrica convivono e collaborano famiglie di diverse etnie e il loro capo, che sembra essere in grado di risolvere tutti i loro problemi. Tra loro c’è Lotfollah, un signore di quarant’anni nato proprio nella fabbrica, è il sorvegliante nonché tramite tra gli operai e il capo. Un giorno quest’ultimo lo chiama e gli chiede di riunire gli operai davanti al suo ufficio perché vuole annunciare loro che la fabbrica chiuderà. Lotfollah allora cercherà di salvare la fabbrica, ma soprattutto Sarvar, la donna di cui è da tempo innamorato.

Quo Vadis, Aida? di Jasmila Zbanic, con Jasna Đuričić, Izudin Bajrović, Boris Isaković, Johan Heldenbergh, Raymond Thiry, Boris Ler, Dino Bajrović, Emir Hadžihafizbegović, Edita Malovčić (Bosnia ed Erzegovina) – Bosnia, luglio 1995, Aida è un’interprete che lavora alle Nazioni Unite nella cittadina di Srebrenica, nome che richiama subito alla memoria i terribili avvenimenti storici che ritroveremo nel film. Infatti, quando l’esercito serbo occupa la città, la famiglia di Aida è tra le migliaia di cittadini che cercheranno rifugio presso l’accampamento delle Nazioni Unite. Aida col suo lavoro da interprete sarà l’unica informata delle trattative che deciderà del destino di molti. La regista Jasmila Zbanic, sopravvissuta alla guerra in Bosnia, col suo film ci vuole raccontare una delle guerre più cruenti della storia europea, ma anche quella meno raccontata.

The Disciple di Chaitanya Tamhane, di Aditya Modak, con Arun Dravid, Sumitra Bhave, Kiran Yadnyopavit (India) –  Sharad Nerulkar ha consacrato sé stesso a un obiettivo: diventare un interprete della musica classica indiana. Una ricerca che dura tutta la vita, in cui solo pochi riescono. Iniziato dal padre a una tradizione millenaria, insegue il suo sogno con sincerità e disciplina, impegnandosi incondizionatamente nel suo percorso artistico. Cercando strenuamente di padroneggiare la sua arte ai massimi livelli, Sharad si fa strada all’interno dei misteri e dei rituali sacri delle leggende musicali del passato. Ma con il passare degli anni, Sharad dovrà confrontarsi tanto con la complessa realtà della vita nella Mumbai contemporanea, quanto con il percorso che ha scelto, che lo condurrà a trovare la sua voce autentica nella musica e nella vita stessa.

The Furnace di Roderick MacKay, con Ahmed Malek, David Wenham, Baykali Ganambarr, Jay Ryan, Erik Thomson, Trevor Jamieson, Samson Coulter, Wakara Gondarra, Mahesh Jadu, Osamah Sami, Goran D Kleut (Australia) – Siamo nell’Australia occidentale del 1987 e facciamo la conoscenza di una strana coppia composta da un cammelliere afgano che cerca di sfuggire a una dura esistenza e di tornare a casa e un misterioso bushman, in fuga con due lingotti d’oro da una dozzina di chili col marchio della corona. Quest’improbabile coppia cercherà di battere sul tempo un sergente di polizia e i suoi uomini per riuscire a raggiungere una fornace segreta e poter manipolare i lingotti e rimuovere il marchio della corona. l film è un’improbabile storia di eroi che si muovono tra avidità e ricerca della propria identità in una nuova terra. L’opera fa luce sulla storia dimenticata dei cammellieri “Ghan” australiani: prevalentemente musulmani e sikh provenienti da India, Afghanistan e Persia, esplorarono l’interno desertico del paese, stringendo così dei legami unici con gli aborigeni locali.

The man who sold his skin di Kaother Ben Hania, con Yahya Mahayni, Dea Liane, Monica Bellucci, Koen de Bouw, Darina Al Joundi, Christian Vadim, Wim Delvoye, Saad Lostan (Tunisia, Francia, Germania, Belgio, Svezia) – Nella pellicola, che conta nel suo cast Monica Bellucci, si racconta la vicenda di Sam Ali, un giovane siriano che riesce a scappare dalla guerra lasciando il suo paese per il Libano. Per poter andare in Europa e vivere con l’amore della sua vita, Sam accetta di farsi tatuare la schiena da uno degli artisti contemporanei più intriganti e infernali del mondo. Facendo questo Sam trasforma il proprio corpo in un’opera d’arte, ma si renderà ben presto conto che la sua decisione potrebbe non renderlo libero come sperava.

Foto: Dashte  Khamoush