Continua il questionario di Radici ai politici. Dopo la parlamentare del Pd, Lia Quartapelle, questa settimana abbiamo interrogato il parlamentare Alessio Butti di Fratelli d’Italia. Una militanza giovanile nelle file del Fronte della Gioventù, è stato poi parlamentare del Msi. Ha 53 anni e nel 2001 è stato vice capogruppo a Montecitorio di Alleanza Nazionale. Nel 2008, eletto senatore con il Pdl, è stato membro della commissione di Vigilanza sulla Rai. Al nostro questionario ha risposto in modo secco, un po’ provocatorio, ammettendo, senza barare, di non sapere molte cose. Neppure i dati precisi sulle presenze (che sono 6 milioni fra residenti, stranieri non residenti e irregolari). E come molti altri politici, indipendentemente dallo schieramento, non riesce a cogliere la complessità dell’esistenza di un italiano con background migratorio. Morale: il tema urgente e dirimente della trasformazione sociale dovuta alla presenza di 1 milione e 300 mila nuovi italiani e alle seconde e terze generazioni che stanno crescendo in Italia, tranne per alcune eccezioni, in politica sembra un testo scritto in sanscrito.
Radici: Cosa intende per integrazione?
Butti: Una pacifica ed equilibrata convivenza tra nativi e immigrati fondata sulle leggi, le tradizioni e la cultura del Paese ospitante.
Radici: Sa quanti stranieri ci sono in Italia?
Butti: Le statistiche dicono poco più di 5 milioni regolari e oltre 500 mila irregolari, se vogliamo completare il quadro la popolazione carceraria è composta per oltre il 40% da stranieri.
Radici: Sa quanti sono i nuovi italiani?
Butti: Non ne ho idea, ma sono curioso di capire quale insidia si celi dietro la definizione nuovi italiani.
Radici: Che lavori fanno gli stranieri? Secondo lei, fanno solo lavori poco qualificati o anche specializzati?
Butti: La mia esperienza politica mi porta a concludere che la stragrande maggioranza svolga mansioni rifiutate dagli italiani, mentre quella professionale mi porta ad affermare che vi siano profili specializzati ricoperti da stranieri, anche se in netta minoranza.
Radici: Sa quante imprese sono state create dagli stranieri?
Butti: No.
Radici: Sa quanti sono i nuovi italiani?
Butti: Vedi sopra
Radici: Che percezione ha delle seconde generazioni?
Butti: Se sono integrate, rispettano le leggi, convivono evitando di creare “uno stato nello stato”, ho un’idea di assoluta normalità
Radici: Secondo lei che studi fanno? Solo istituti tecnici o anche i licei?
Butti: Non conosco le stime
Radici: Secondo lei, è una minoranza quella che frequenta l’università?
Butti: Non secondo me, è un dato di fatto
Radici: Ci può spiegare la differenza tra migranti, richiedenti asilo, residenti e seconde generazioni?
Butti: Mi sembra siano categorie perfettamente definite dall’ordinamento giuridico, la mia opinione non differisce
Radici: Secondo lei l’accoglienza, è solo emergenziale o esistono altri modelli?
Butti: Esistono fortunatamente altri modelli. Stranieri che portano valore aggiunto al nostro Paese.
Radici: È consapevole del fatto che la futura classe dirigente in Italia avrà anche origine straniere?
Butti: Mettetevi d’accordo se sono, come avete scritto, nuovi italiani non sono stranieri. Quindi se sono italiani non mi preoccupo, ma se saranno stranieri a costituire la futura classe dirigente nazionale, esiste qualche problema.