Katia Scannavini è vicesegretaria generale di ActionAid Italia, si occupa dei programmi, delle campagne e della raccolta fondi. Esperta nella costruzione di metodologie, metodi e tecniche strategiche, ha elaborato approcci e interventi per le politiche attive del lavoro, per il contrasto alla povertà educativa, la gestione del fenomeno migratorio, lo sviluppo dell’interazione culturale e della comunicazione interculturale. ActionAid lavora sull’empowerment delle persone e delle community, nella convinzione che dare opportunità a uomini e donne  di confrontarsi nella rivendicazione dei propri diritti sia il modo più  concreto di contribuire alla costruzione di un mondo più equo. Ha pubblicato diversi libri tra cui “Processi di socializzazione. Relazioni e comunicazioni interculturali” (Liguori, Napoli, 2013), “Voci, Parole e Pensieri migranti” (L’Harmattan, Torino, 2009).

Come si chiama e quanti anni ha?

«Katia Scannavini, 45 anni».

Si descriva in tre aggettivi.

«Empatica, determinata, fantasiosa».

Il suo lavoro, in una frase.

«Un viaggio nella realtà per lavorare con le persone e le comunità per contribuire a rendere il mondo più e equo e giusto».

Dove ha vissuto negli ultimi 10 anni?

«In Italia».

Qual è l’aggettivo che meglio descrive questa estate così particolare?

«Sfidante».

Durante il lockdown sapevamo cosa fare: stare in casa. Adesso, invece, il futuro è più incerto: quali sono i suoi progetti per i mesi a venire?

«Vorrei mettere a disposizione di chi vorrà le mie esperienze personali e professionali per potere imparare grazie al confronto: vorrei avere l’opportunità di partecipare a sfide di creatività».

Qual è la sfida più grande che questa situazione pone alla sua attività o al suo lavoro?

«Rispondere alle esigenze soprattutto delle persone e delle comunità che vivono in condizioni di vulnerabilità, tenendo sempre presente il nostro scopo principale: facilitarle nella scelta di accedere alla consapevolezza e all’autodeterminazione della propria esistenza. Il diritto di ogni persona ad avere gli strumenti necessari per decostruire autonomamente la realtà circostante e quindi poter decidere come influenzare e determinare il vivere comune».

Qual è invece il valore o la lezione che questi mesi di chiusura le hanno insegnato?

«La solidarietà, intesa come una delle condizioni minime della democrazia, quindi il riconoscimento reciproco e la pace sociale».

Qual è l’abitudine, il gesto o il luogo tipicamente estivo che, nei prossimi mesi, le mancheranno?

«Cercare un volo, sempre clamorosamente in ritardo, che porti me e la mia famiglia prima a disegnare avventure per poi ritrovarci subito dopo a viverle».

Il motto di Nuove Radici World è “Navigate con noi nella società̀ che cambia”. Le chiediamo di guardare il nostro sito e dirci qual è la storia, tra quelle che abbiamo pubblicato, che secondo lei segna il cambiamento e perché.

«Difficile scegliere un articolo tra i tanti interessanti scritti di NRW. Si trovano spunti e stimoli di riflessione nelle interviste, è possibile rintracciare consigli per letture anche meno note. Così come ci si può imbattere in approfondimenti culturali e di vita quotidiana. Tra gli ultimi articoli ho apprezzato molto gli stralci del libro “Il muro” di John Lanchester e del volume “Un altro mondo è possibile di Abbé Pierre”: letti di seguito aprono uno spaccato che certamente non può lasciare indifferenti».