Ho fatto un salto nel futuro e non si stava per niente male. C’era silenzio, ci si muoveva con lentezza e la gente rifletteva di più. Un po’ come ai tempi del Coronavirus.

A rendere il futuro sbalorditivo c’era anche il fatto che al centro di ogni conversazione c’erano degli sfigati pazzeschi. Gente che in passato non avrebbe superato le selezioni di nessun talent, gente che non avrebbero mai invitato a nessun talk, gente talmente sfigata che non avrebbe neppure raggiunto 1.583 follower su Instagram.

Ricordo che nel futuro ho parlato con uno di loro, uno con un’aria timida, dimessa e familiare. Riesco appena a chiedergli cos’ha scoperto durante i giorni sospesi della quarantena. Lo sfigato estrae dallo zainetto un foglio stropicciato di carta avoriata con delle note vergate in inchiostro azzurrino. Lo lascia cadere sul tavolino che ci separa di un metro e sorridendo si allontana.

Prendo il foglio. Riporta note e commenti a storie e fantasticherie assortite:

  • The Road di Cormac McCarthy (il podcast con la voce di Brad Pitt): Negli scenari post-apocalittici è essenziale decidere in fretta chi saranno i compagni di viaggio?
  • Freud (la serie su Netflix): Vale la pena uccidere i padri solo per usurparne il posto?
  • Elogio delle bicicletta (il libro di Ivan Illich ed. Bollati Boringhieri): Abbiamo inventato contemporaneamente la bicicletta e l’automobile. Abbiamo impostato il futuro sulla seconda sedotti dalla sua potenza. Com’è che poi ci siamo auto-convinti che era l’unica scelta possibile?
  • Poor Economics (il libro di Abhijit V. Banerjee ed Esther Duflo ed. Penguin): La piramide della distribuzione della ricchezza si sta sempre più innalzando. Chi sta al vertice sente l’ossigeno rarefarsi. E se i veri emarginati diventassero i ricchi?
  • Prisoners of Geography (il libro di Tim Marshall ed. Elliot & Thompson): Per capire il mondo tutti utilizziamo delle mappe. Così, convinti di conoscere il mondo, conosciamo mappe. E se imparassimo a disegnarne di più accattivanti?

Stacco lo sguardo dal foglio. Atterro nel presente. Frugo fra i miei scaffali e accendo il mio laptop. C’è tutto. Comincio a leggere. Lentamente.