Non c’è niente da fare. Al sindaco Giuseppe Sala e al Consiglio comunale di Milano non entra in testa che la città è da sempre multietnica. Va bene ricordarsi delle periferie un minuto prima della fine della campagna elettorale – vale per la sinistra come per la destra, tant’è che alle ultime elezioni amministrative fuori dalla Circonvallazione non ha votato nessuno – ma dimenticare che a far pompare il cuore pulsante del Paese, ci sono italiani di origine straniera o semplicemente stranieri che nella città più internazionale d’Italia risiedono da anni, per noi di NuoveRadici.world è cosa assai grave. L’ultima prova di questa colpevole dimenticanza è l’assegnazione degli Ambrogini d’Oro, la più alta onorificenza della città, tradizionalmente consegnati il prossimo 7 dicembre, giorno del Santo Patrono di Milano.
Tra le quindici medaglie degli Ambrogini d’oro assegnate non ci sono italiani di origini straniere
Tra i venti attestati di benemerenza c’è solo l’Associazione Uniic-Unione Imprenditori Italia-Cina presieduta da Stephane Hu. Un’associazione sicuramente meritevole per lo sviluppo dei rapporti commerciali tra Milano e l’Oriente, e si sa quanto i milanesi tengano ai “danee”, ai soldi. Ma decisamente troppo poco per avere una rappresentazione reale di questa città multiculturale, multietnica e pure multicolor.
Non ci sono medici né volontari che hanno dato tanto, persino la loro vita, durante la pandemia per fare un esempio tangibile e sensibile
Pure tra le 266 candidature agli Ambrogini d’Oro, poi scremate, gli italiani di origini straniere non esistevano. L’unico nato all’estero, proposto da Forza Italia per la massima onorificenza meneghina, é il capitano della nazionale di calcio danese Simon Kjaer che agli ultimi Europei salvò la vita al giocatore interista Christian Eriksen colpito da arresto cardiaco in campo. Nessuna obiezione alle candidature.Tutte persone meritevoli, che danno grande lustro alla città con i loro pensieri, le loro parole e le buone azioni. Ma è chiaro che questo gruppo di milanesi illustri non rappresenta la dimensione internazionale e multiculturale della città.
E a chi non ne fosse ancora convinto va ricordato che pure Ambrogio, il Santo Patrono a cui sono intitolate le onorificenze, non era milanese e, se fosse nato dopo la nascita degli stati nazionali, neppure italiano. Essendo nato intorno al 339-340 ad Augusta Treverorum, l’odierna Treviri nella Renania-Palatinato e dunque in Germania. Rendendolo così nemmeno degno di menzione, secondo l’opinione del sindaco Giuseppe Sala e del Consiglio comunale di Milano
L’inchiesta milanese a Uber Eats e gli italiani di origini straniere
Ambrogini d’Oro a parte, chi invece si ricorda bene degli stranieri in Italia e degli italiani di origini straniere, è il management di Uber Eats, la società di rider che fornisce il servizio di consegna del cibo a domicilio. Tra le carte dell’inchiesta giudiziaria milanese, dove tre manager sono andati a processo per caporalato, ci sono le chat in cui insultavano i rider. Frasi che sembrano prese dal vocabolario del perfetto razzista: «Schifosi», «Neri che puzzano», «Senzatetto maleodoranti», «Indecorosi». Epiteti volgari che ad Ambrogio il santo sarebbero piaciuti meno di zero. E che a noi, che dei rider abbiamo usufruito durante la pandemia, per sfamarci mentre loro sfidavano il virus anche per noi, ci fa venire il ribrezzo sentire come sono considerati.