Abbiamo deciso di chiamare così la rubrica di Omar Sene. Nato e cresciuto in Italia, 27 anni, ha studiato e lavorato in diversi Paesi. E ha avuto una formazione circolare poiché ha concluso il suo percorso educativo di nuovo a Milano, dove ha frequentato un master di International Marketing. Recentemente ha preso il volo, letteralmente, ed è tornato in Senegal, per lavoro. Questa è la prima puntata della sua rubrica.
Ho deciso di intraprendere una nuova avventura qualche mese dopo aver concluso il master a Milano. Eccomi dunque, ancora una volta a Dakar, in Sénégal.
Chi sono oggi? Sono un italiano di ritorno in Sénégal? O un senegalese nato a Milano di ritorno in Sénégal? Forse la risposta più giusta è questa: sono semplicemente un giovane in ricerca di nuove opportunità, esperienze e avventure.
Sono tornato dopo sei anni, dopo aver vissuto, studiato e lavorato in Inghilterra, in Marocco, in Nigeria, in Francia e ovviamente in Italia.
Questa volta sicuramente avrò un altro approccio verso la diversità, un approccio frutto dello sviluppo della mia intelligenza culturale (CQ), grazie a tutte le esperienze vissute. E ora mi trovo in questo piccolo ma grande Paese di 15 milioni di abitanti dove si incrociano tante etnie e diverse culture.
Non so perché ma questo piccolo e grande Paese mi ricorda un luogo un po’ più lontano, al Nord, di 60 milioni di abitanti a cui appartengo e a cui devo una gran parte della mia educazione.
Anche se, detto questo, io non credo che tutti siano uguali. Infatti «La forza risiede nelle differenze e non nella similarità», come ha scritto Stephen Covey.
In Sénégal tanti si ricordano di me solo come l’italiaaano (le tre a non sono un errore, purtroppo), non sapendo il mio vero nome, e lo accetto benissimo, sapendo che è una parte del mio passato, del mio presente e del mio futuro: una parte importante della mia identità. Poi magari arriverà quel giorno in cui tutti mi chiederanno solo chi sono e non da dove vengo.
Non è mai facile allontanarsi (fisicamente) da legami affettivi, amici, conoscenze e cambiare di stile di vita e di abitudini, ma lo ritengo necessario per lo sviluppo personale in un mondo globalizzato che incrocia tante diversità culturali.
Non conosco ancora quale sarò la mia prossima destinazione, ma una cosa è certa: i luoghi che ho conosciuto, tutte le persone che ho conosciuto, chi mi ha aiutato e mi ha accettato come sono (perché in fondo è questo quello che conta) mi hanno fatto diventare ciò che sono oggi a 27 anni. I luoghi in cui ho vissuto e le persone con cui ho fatto un pezzo di strada hanno contribuito a costruire la mia ricchezza, culturale e affettiva di afroitaliano.