Piange il citofono, diceva sarcastico ieri sera Enrico Mentana nella maratona a La7. Perfetta sintesi del voto in Emilia Romagna. Ma pensare che tutto sia riconducibile ad una risposta negativa alla aggressiva campagna elettorale di Matteo Salvini forse non basta.
Il dato più importante è stata l’affluenza: il numero dei votanti è raddoppiato rispetto alle ultime elezioni. In modo particolarmente accentuato a Bologna, Modena e Ravenna, tradizionalmente in mano al centrosinistra.
Quanto sia dovuto all’effetto Sardine, che sono nate per combattere la Lega di Salvini, lo vedremo presto. È un movimento dalle molte anime, di cui non si conosce ancora il pensiero su lavoro, pensioni o manovra economica per non dire di altro. Di sicuro in questo voto emiliano romagnolo ha pesato la percezione dell’amministrazione uscente. Il Governatore di centrosinistra Stefano Bonacini ha corso la campagna elettorale con 15 punti di vantaggio nei sondaggi sulla sua diretta antagonista Lucia Borgonzoni della Lega.
L’Emilia Romagna è governata bene, il suo welfare è un modello imitato a livello nazionale. Ma non basta. Lucia Borgonzoni è stata schiacciata e lasciata ai margini da Matteo Salvini che ha corso come se fosse lui il candidato. C’è poi da considerare l’effetto voto disgiunto.
Una parte di Forza Italia ha dato indicazione in Emilia Romagna di votare il partito ma non Lucia Borgonzoni. Quasi a voler punire la candidata troppo leghista in una competizione che Matteo Salvini ha presentato come se fosse un plebiscito su se stesso. Ricorda qualcuno?
Infine va ricordato che alle elezioni Europee del 2019, nello stesso giorno si votava per il Parlamento Europeo e per il rinnovo di 200 su 300 amministrazioni comunali. Mentre le Europee registravano un successo della Lega e del centrodestra, nell’80% dei Comuni al voto è stata confermata l’amministrazione uscente di centrosinistra.
Guardare alle elezioni di ieri solo dal buco della serratura locale è però riduttivo. Che questa fosse una partita anche nazionale lo sapevano tutti. Gli effetti sono immaginabili. Il Governo di Giuseppe Conte si è sicuramente rafforzato. Il Movimento 5 Stelle, partito di maggioranza relativa in Parlamento, è fortemente ridimensionato, se non addirittura ininfluente. Il Pd sarà ancora più tentato dalle Sardine, ancora indecise se essere un partito o meno. La sconfitta della Lega, ancor più di Matteo Salvini, è sotto gli occhi di tutti. Difficile immaginare un cambio di leadership. Di sicuro la data delle elezioni politiche per lui si allontana. Potrebbe essere un problema stare solo all’opposizione fino al 2023. Il 7 febbraio ci sarà il voto in aula al Senato sulla vicenda della nave Gregoretti. Matteo Salvini vorrebbe essere processato. Farlo sarebbe come lanciargli una ciambella di salvataggio dopo una sconfitta che è una forte battuta di arresto ma non ancora la sua fine.