Parità di genere, migrazioni, diritti negati o conquistati su entrambe le sponde del Mediterraneo. Alla prima serata dell’undicesima edizione del Festival dei giornalisti del Mediterraneo, iniziato ieri 2 settembre a Otranto, ci è voluto poco per animare un vivace dibattito intitolato “Il ruolo delle donne nel Mediterraneo: diritti negati, disparità, violenze”. Si è cominciato parlando delle donne e poi, prevedibilmente, si è concluso con il solito rovello sulle migrazioni.
Anna Grazia Maraschio, consigliera di parità della Regione Puglia, ha analizzato le disparità nel mondo del lavoro sulla nostra sponda, che sono diventate «drammatiche», ha affermato. Ricordando le trasformazioni culturali in corso sull’altra sponda del Mediterraneo delle donne in movimento verso l’emancipazione, la consigliera Maraschio ha sottolineato l’arretramento dei diritti delle donne in Italia: «Le nostre conquiste continuano ad essere messe in discussione. Per questo motivo non vanno mai date per scontate». La deputata M5S Stefania Ascari, membro della commissione Giustizia della Camera e madre della legge Codice Rosso per contrastare la violenza sulle donne (oggetto di polemiche in questi giorni perché, sebbene obblighi i magistrati ad agire con maggiore tempestività, non ha fermato per ora i femminicidi annunciati), ha affrontato con veemenza la piaga della violenza maschile che ha portato in media a 150 omicidi all’anno . Sottolineando anche l’annoso problema dei matrimoni combinati.
Ma è stato ancora una volta il tema delle migrazioni a surriscaldare il clima dell’incontro a piazza del Popolo nel borgo storico di Otranto. «Non si può dire che sono tutti brutti e cattivi, ma la migrazione non deve essere strumentalizzata», ha rimarcato la deputata grillina. «Nel Salento abbiamo accolto migliaia di profughi albanesi e ora l’Albania accoglie gli imprenditori italiani. Dobbiamo tornare allo spirito di accoglienza degli anni ’90», ha ricordato la consigliera Maraschio.
Sui contestati provvedimenti per cercare di impedire gli sbarchi firmati dai ministri del governo dimissionario Matteo Salvini, Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli, la deputata Ascari ha glissato un po’, ma messa alle strette anche dal pubblico ha espresso la sua opinione personale contraria al blocco navale.
Chi sbarca in Italia, sbarca in Europa, ma l’Italia è sempre stata lasciata sola. Bisogna potenziare i corridoi umanitari perché si permetta ai migranti di arrivare con un progetto e venga bloccato il flusso caotico che ha permesso di alimentare il traffico degli esseri umani, ha aggiunto la deputata del M5S che è stata a Beirut per capire come funzionano i corridoi umanitari.
Incalzata da un attivista di Mediterranea, ha aggiunto «Io li avrei fatti scendere immediatamente, ma poi non vanno abbandonati». Durante l’incontro moderato dal giornalista Antonio Greco, la direttrice di NuoveRadici.World Cristina Giudici ha raccontato l’effervescenza culturale e dei movimenti femministi nei Paesi del Maghreb, dove le donne si stanno battendo per riequilibrare la parità di genere e aumentare i loro diritti, schiacciati da una lettura mai attualizzata delle religione musulmana e dalle tradizioni ataviche difficili da superare, nonostante le riforme fatte in Marocco, Tunisia e in Algeria. Sottolineando un paradosso: «Sull’altra sponda del Mediterraneo, dove i diritti delle donne devono ancora essere conquistati, si assiste però a un impegno dei movimenti femminili e femministi contro l’oscurantismo, mentre in Italia molte immigrate arrivate da quei Paesi vivono in Italia sottomesse ai propri mariti, inconsapevoli dei cambiamenti che si stanno verificando nei loro luoghi di origine». Morale: migrazioni, diritti delle donne, parità di genere. Temi cruciali da affrontare, nodi apparentemente difficili da sciogliere.