Meno genuflessioni in ricordo di Floyd e più riflessioni politiche. La scelta dei deputati del Partito democratico di inginocchiarsi all’ammericana a Montecitorio in omaggio a George Floyd è stata contestata dalle destre, suscitando commenti sarcastici e battute sagaci anche a sinistra. E non perché appaia fuori contesto quel gesto drammatico e simbolico, compiuto per la prima volta in un campo di football da Colin Kaepernick il 26 agosto del 2016, per protestare contro il razzismo. E neanche per ragioni scenografiche, in un Paese in cui ci si inginocchia sui banchi di una chiesa, in una processione e pure sui ceci. Il gesto mi è parso incongruo perché non abbiamo dimenticato l’annuncio megafonato del segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, di abolire i decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini.
Per questo motivo ci aspettiamo che il Partito democratico riesca a portare avanti quantomeno i suggerimenti della lobby umanitaria Grei250 per migliorare l’articolo 103 del decreto Rilancio che riguarda la regolarizzazione dei migranti e ampliare la platea dei beneficiari (che fino ad ora sono stati meno di diecimila), impedire truffe e ulteriori distorsioni delle politiche migratorie, nefaste o pasticciate.
Il momento della controversia sulla regolarizzazione si avvicina e auspichiamo che, dopo le flessioni, restino dritti come un fusto per migliorare la legge: garantire i diritti dei migranti ricattati e ricattabili, promuovere un circuito più virtuoso per l’economia con l’emersione dal nero dei lavoratori in tutti i settori, non solo nei campi di pomodoro, e aprire un varco che porti il Governo ad avere finalmente una politica migratoria.
E poi il razzismo, o il rozzismo come preferisco definirlo perché non può esistere una pretesa di superiorità razziale in Italia, è una cosa seria. Non un gioco di società per cui si censurano i cioccolatini svizzeri o si rivedono i classici come Via col vento. Questa settimana vi abbiamo consigliato quali libri leggere, film e serie tv da vedere scelti da Sara Lemlem e anche una playlist di musica irriverente compilata da Mariarosa Porcelli per avere gli anticorpi culturali. Anche se il rozzismo nostrano non si limita agli afrodiscendenti, come dimostra la denuncia di Gianfranco Schiavone di Asgi che, nell’intervista a Cristina Piotti, rivela cosa sta accadendo alla fine della rotta balcanica sui nostri confini, dove vengono respinti i migranti verso la Bosnia. Un tema molto critico che chi si flette in ricordo di George Floyd ha sempre ignorato. Ecco perché sarebbe meglio vedere meno genuflessioni simboliche per Floyd e più riflessioni politiche.